PUBBLICITÁ

Editoriali

Next Generation Italia

Redazione

Bankitalia riduce le previsioni di crescita. Il peso sul futuro del Recovery

PUBBLICITÁ

La Banca d’Italia vede un peggioramento del pil del nostro paese nel 2020 (-9 per cento) leggermente inferiore a quanto aveva previsto a luglio (-9,5 per cento), ma che resta decisamente più intenso rispetto alla media europea, secondo le stime aggiornate della Bce (-7,3 per cento). Il forte rimbalzo del terzo trimestre è stato soffocato dal deterioramento seguito alla seconda ondata, fenomeno che si è verificato un po’ in tutti i paesi dell’Unione europea colpiti dal Covid-19, anche se in misura diversa a seconda di come è stata gestita l’emergenza. Ma il dato poco confortante è che la ripresa italiana per i prossimi due anni è prevista da Via Nazionale sempre al di sotto della media europea e comunque subordinata all’efficacia della spesa delle risorse che saranno investite per contrastare la crisi.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La Banca d’Italia vede un peggioramento del pil del nostro paese nel 2020 (-9 per cento) leggermente inferiore a quanto aveva previsto a luglio (-9,5 per cento), ma che resta decisamente più intenso rispetto alla media europea, secondo le stime aggiornate della Bce (-7,3 per cento). Il forte rimbalzo del terzo trimestre è stato soffocato dal deterioramento seguito alla seconda ondata, fenomeno che si è verificato un po’ in tutti i paesi dell’Unione europea colpiti dal Covid-19, anche se in misura diversa a seconda di come è stata gestita l’emergenza. Ma il dato poco confortante è che la ripresa italiana per i prossimi due anni è prevista da Via Nazionale sempre al di sotto della media europea e comunque subordinata all’efficacia della spesa delle risorse che saranno investite per contrastare la crisi.

PUBBLICITÁ

 

Il pil, infatti, crescerà del 3,5 per cento nel 2021 e del 3,8 per cento nel 2022 (contro, rispettivamente, il 3,9 e il 5 per cento previsti per la media dei paesi) e, comunque, Bankitalia precisa che “il conseguimento di questi effetti dipende dalla concreta specificazione degli interventi inclusi nel piano nazionale di ripresa e resilienza e da una loro tempestiva attuazione”. Il riferimento è sia alle politiche di bilancio sia ai fondi del Next Generation Eu. Di fronte a queste stime si potrebbe osservare che il previsto rimbalzo del 5 per cento nel prossimo biennio espresso dal consensus degli analisti appare almeno ottimistico rispetto alla lenta risalita paventata dalla Banca d’Italia. Quest’ultima ha anche calcolato che manovra economica e Recovery potranno dare una spinta al pil pari al 2,5 per cento nell’arco del triennio 2021-2023. Da tutto questo si può desumere che se i soldi verranno spesi bene avremo una ripresa in ogni caso inferiore agli altri paesi, se saranno spesi male, la crescita tendenziale dell’Italia negli anni a venire potrebbe essere davvero molto risicata, intorno all’1 per cento o anche meno, il che equivarrebbe a un balzo indietro nel tempo per lo sviluppo del paese e a una condanna per manifesta incapacità della sua classe politica.

 

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ