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editoriali

Il regalo di Natale della Bce

Redazione

Lagarde annuncia altri 500 miliardi di acquisti per contrastare la pandemia

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Christine Lagarde ha ricaricato il suo bazooka ma, evidentemente, non tanto quanto si attendevano i mercati finanziari, che hanno reagito in modo piuttosto freddo all’ultima riunione del 2020 della Banca centrale europea. Anche se, in realtà, non si sa se gli investitori sono rimasti più delusi per il grado di “accomodamento” monetario adottato oppure si sono allarmati per le preoccupazioni espresse dalla stessa Lagarde sull’incertezza “che rimane elevata, anche per quanto riguarda la dinamica della pandemia e la tempistica relativa ai vaccini”.

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Christine Lagarde ha ricaricato il suo bazooka ma, evidentemente, non tanto quanto si attendevano i mercati finanziari, che hanno reagito in modo piuttosto freddo all’ultima riunione del 2020 della Banca centrale europea. Anche se, in realtà, non si sa se gli investitori sono rimasti più delusi per il grado di “accomodamento” monetario adottato oppure si sono allarmati per le preoccupazioni espresse dalla stessa Lagarde sull’incertezza “che rimane elevata, anche per quanto riguarda la dinamica della pandemia e la tempistica relativa ai vaccini”.

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Il Pepp, il programma di acquisto titoli pandemico è stato ampliato di 500 miliardi portandolo a 1.850 miliardi e la sua durata prolungata fino al giugno 2022, il che, in effetti, è in linea con le migliori aspettative dei mercati. E anche i cosiddetti Tltro, le operazioni di rifinanziamento a lungo termine sono state rafforzate e prolungate. Inoltre, queste decisioni sembrano coerenti con i segnali arrivati negli ultimi tempi dall’Eurotower, che intende, sì, fare tutto ciò che è necessario per contrastare la crisi scatenata dalla pandemia ma allo stesso tempo vuole conservare margini di flessibilità nella politica monetaria per poter intervenire in caso di ulteriore deterioramento del quadro macroeconomico.

 

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Nello scenario peggiore ipotizzato dagli economisti della Bce, infatti, il pil europeo potrebbe contrarsi del 7,6 per cento quest’anno per poi rimbalzare in modo modesto nei prossimi due anni. In realtà, alcuni osservatori ritengono che il vero punto sia un altro. Lagarde si attende che il suo sforzo venga integrato da politiche fiscali espansive dei governi che mai come adesso possono godere di tassi di interesse molto bassi grazie a spread in forte riduzione (quello tra i Btp italiani e i bund tedeschi, per esempio, è sceso ieri a 116 punti base).

 

In genere, però, sono gli stati a rivolgersi alle banche centrali per chiedere denaro a basso costo e finanziare più facilmente i propri deficit, mentre i governi vengono esortati dalle banche centrali a gestire i bilanci in maniera oculata. In questo mondo alla rovescia inaugurato dall’emergenza Covid risiedono tutte le contraddizioni e le insidie della presidenza Lagarde.

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