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editoriali

L’insensato sciopero degli statali

redazione

I lavoratori del pubblico non si meritano un sindacato fuori dal mondo

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Più di tre milioni di lavoratori statali oggi sono chiamati a scioperare dai sindacati, per protestare per il ritardo nel rinnovo dei contratti, cioè per rivendicazioni salariali. Arriveranno poi le dichiarazioni trionfalistiche delle confederazioni sull’altissima adesione allo sciopero, vera o falsa che sia. Di che cosa si vanteranno i sindacati? Di aver fermato per un giorno un apparato pubblico che già accumula ritardi impressionanti, per dare una retribuzione maggiore a lavoratori che, almeno dal punto di vista dei salari, non rischiano nulla in una situazione terribile per altri. Questo sciopero seppellisce l’illusione di una corresponsabilità dei sindacati nell’azione necessaria per fronteggiare la crisi economica e sanitaria più grave del Dopoguerra. La gente muore, perde il lavoro, deve chiudere le proprie attività, ma non importa, quel che conta è il contratto e solo il contratto.

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Più di tre milioni di lavoratori statali oggi sono chiamati a scioperare dai sindacati, per protestare per il ritardo nel rinnovo dei contratti, cioè per rivendicazioni salariali. Arriveranno poi le dichiarazioni trionfalistiche delle confederazioni sull’altissima adesione allo sciopero, vera o falsa che sia. Di che cosa si vanteranno i sindacati? Di aver fermato per un giorno un apparato pubblico che già accumula ritardi impressionanti, per dare una retribuzione maggiore a lavoratori che, almeno dal punto di vista dei salari, non rischiano nulla in una situazione terribile per altri. Questo sciopero seppellisce l’illusione di una corresponsabilità dei sindacati nell’azione necessaria per fronteggiare la crisi economica e sanitaria più grave del Dopoguerra. La gente muore, perde il lavoro, deve chiudere le proprie attività, ma non importa, quel che conta è il contratto e solo il contratto.

 

A questo punto la richiesta delle confederazioni di essere coinvolte nelle decisioni da assumere per fronteggiare la situazione appare addirittura grottesca. Con lo sciopero di oggi hanno perso l’autorità che contraddistingue chi, seppure con le proprie posizioni, sta dalla parte delle vittime della pandemia e della crisi. Le confederazioni che hanno scelto, invece, di approfittare della situazione per proclamare l’agitazione dei privilegiati, hanno fatto mancare la solidarietà a chi è colpito più gravemente, e questo peserà sul giudizio, anche quello dei lavoratori, sulla loro funzione. Non otterranno nulla, agendo in questo modo, e perderanno molto. La sensazione che i sindacati non fossero in grado di dare rappresentanza alle fasce più deboli del mondo del lavoro, dai precari ai lavoratori “anomali”, che già era diffusa, ora diventa una certezza. Se si concentrano a difendere gli interessi dei garantiti, a danno indiretto di tutti gli altri, perdono la capacità “confederale” di dare copertura e sostegno all’insieme dei lavoratori dipendenti, che è la loro ragion d’essere. Se non se ne rendono conto saranno i lavoratori a farglielo capire prima o poi.

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