PUBBLICITÁ

La responsabilità della rappresentanza al tempo del Covid

Lino Stoppani*

Spesso le strutture di intermediazione sono bollate come inutili: in realtà durante una pandemia tornano a vivere un protagonismo necessario per superare l'emergenza

PUBBLICITÁ

Mancano poche settimane all’anniversario della nascita del virus arrivato da Whuan, ma ci sarà ben poco da festeggiare, dopo una pandemia che sin qui ha contagiato più di 53 milioni di persone nel mondo, condannato alla morte un milione e trecentomila persone e cambiato la vita di tutti. Se invece avremmo potuto arrivare più pronti a questa seconda ondata, nessuno ad inizio anno era preparato ad un tale stravolgimento geopolitico ed individuale: non lo erano le persone, non lo erano le istituzioni, non lo era il sistema sanitario, né tantomeno lo erano le imprese. Nessuno era preparato ad un precipitare tanto repentino della situazione: in Italia all’inizio la pandemia sembrava l’ennesimo eco di eventi lontani. Tuttavia, dopo due turisti cinesi e i primi casi italiani, la nostra vita non è più stata la stessa. Prima di prendere il caffè alla mattina leggiamo i DPCM e le ordinanze per capire come farlo e ceniamo col sottofondo dei dati sull’andamento della pandemia. 

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Mancano poche settimane all’anniversario della nascita del virus arrivato da Whuan, ma ci sarà ben poco da festeggiare, dopo una pandemia che sin qui ha contagiato più di 53 milioni di persone nel mondo, condannato alla morte un milione e trecentomila persone e cambiato la vita di tutti. Se invece avremmo potuto arrivare più pronti a questa seconda ondata, nessuno ad inizio anno era preparato ad un tale stravolgimento geopolitico ed individuale: non lo erano le persone, non lo erano le istituzioni, non lo era il sistema sanitario, né tantomeno lo erano le imprese. Nessuno era preparato ad un precipitare tanto repentino della situazione: in Italia all’inizio la pandemia sembrava l’ennesimo eco di eventi lontani. Tuttavia, dopo due turisti cinesi e i primi casi italiani, la nostra vita non è più stata la stessa. Prima di prendere il caffè alla mattina leggiamo i DPCM e le ordinanze per capire come farlo e ceniamo col sottofondo dei dati sull’andamento della pandemia. 

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

In questo contesto, il settore che FIPE rappresenta -quello della ristorazione dell’intrattenimento- non è certamente l’unico ad aver subito perdite devastanti, tra chiusure forzate, contrazione del turismo e cambiamento nei consumi. Il mondo dei Pubblici Esercizi è però forse stato fra i più esposti, psicologicamente ed economicamente, alle vicissitudini di questa pandemia: tra imputazioni di responsabilità, chiusure preventive, aperture a singhiozzo, regole a macchia di leopardo e l’impatto che inevitabilmente le nostre imprese hanno sulle vite delle persone e sulle vivibilità delle città. Ad oggi, per attenersi alla crudezza dei dati, si registra per il settore un crollo da 30 miliardi di euro di fatturato in un anno (su 96 totali) e la chiusura stimata di almeno 50mila imprese a fine periodo, con la conseguente fuoriuscita dal lavoro di oltre 300mila occupati. Un vero disastro. 

 

Albert O. Hirschman, professore di politica economica, nel 1970 scrisse un famoso libro: Exit, Voice o Loyalty, dove sottolineava come davanti alle situazioni negative gli atteggiamenti di risposta sono di base tre: andarsene (exit), protestare (voice) o far prevalere il senso di appartenenza (loyalty). Travolti da quest’anno micidiale, anche gli imprenditori si trovano in una situazione analoga. C’è chi pensa di chiudere, abbandonando la fatica dell’autoimpiego e delle responsabilità che comporta. C’è chi protesta, affidandosi magari alla facilità della rappresentanza dei click, che confondono un “mi piace” con la possibilità credibile di parlare per conto di altri e la difficoltà di mettere insieme tanti interessi particolari, coagulandoli nell’interesse generale. 

 

E poi c’è il senso di appartenenza, affidato alla società di mezzo, ai corpi intermedi, alle associazioni di rappresentanza. Non di rado nel tempo -e anche oggi non mancano gli attacchi- i sistemi di rappresentanza sono bollati come inutili sovrastrutture di intermediazione. In realtà, proprio al tempo del Covid-19 tornano a vivere un protagonismo che non è solo importante, ma addirittura necessario per superare l’emergenza. Un sistema associativo forte, accreditato, qualificato e veramente rappresentativo è infatti quanto mai necessario: è necessario alla società, per ascoltare, raccogliere e riordinare le istanze dal basso e per trasferire in modo capillare regole e aiuti. Ed è necessario alla politica, che si trova a prendere decisioni difficili in stato di emergenza, a cui non può mancare la competenza, la capacità analitica e la professionalità di chi conosce il settore da decenni. Serve rappresentanza, non solo carisma, per essere efficacemente un albero di trasmissione e di connessione di bisogni e necessità. Per questo, non è più procrastinabile una normativa che certifichi il “peso” della rappresentanza, anche solo per porre un freno ad inutili riunioni con decine e decine di interlocutori, spesso autoreferenziali, e per mettere a valore un lavoro di cui il Paese ha più che mai bisogno. Il dialogo con la politica, in questo momento, ha favorito alcuni dei provvedimenti governativi a favore della ristorazione, in particolare nei Decreti Ristoro, Ristoro-bis, nel Fondo della Ministro Bellanova o nei contributi per gli esercizi dei centri storici. Sono dei primi segnali e non è certo un traguardo, convinti come siamo che serva un piano organico di interventi mirati sulla liquidità, sui costi operativi, sulle competenze, sui requisiti professionali di accesso al mercato. Ma in questo percorso la strada è di chi sa dove andare e, tra le tante lezioni che potremo, o dovremo, imparare da questa pandemia c’è forse anche quella sul senso di appartenenza: la responsabilità della rappresentanza parte da qui.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

*Lino Stoppani è presidente di Fipe Confcommercio

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ