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il pacchetto d'autunno

La manovra dell'Italia va bene, ma attenti al debito. I dubbi dell'Ue

David Carretta

Il disegno di legge di Bilancio è in linea con le raccomandazioni europee ma preoccupa la sostenibilità fiscale di medio periodo. Distinguere le misure temporanee da quelle permanenti: le seconde peseranno sui conti pubblici anche dopo l'emergenza Covid

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La manovra di bilancio dell'Italia è sostanzialmente in linea con le raccomandazioni dell'Unione europea per il 2021 ma, nel momento in cui affronta la crisi dovuta al Coronavirus, il governo di Giuseppe Conte deve iniziare a preoccuparsi della sostenibilità fiscale di medio periodo ed evitare che gli stimoli per l'emergenza si trasformino in misure permanenti aggravando la situazione del debito. In sostanza è questo il messaggio che ha inviato oggi la Commissione, adottando il pacchetto d'autunno del semestre europeo, che contiene il giudizio sui piani di bilancio degli stati membri per il prossimo anno. L'esercizio è completamente diverso dagli anni passati. Niente drammi per gli “zero virgola” o potenziali procedure per deficit eccessivo. La pandemia di Covid-19 e la recessione senza precedenti che hanno colpito l'Ue hanno spinto la Commissione a sospendere il Patto di stabilità e crescita. Di fronte alla seconda ondata, l'invito è continuare a sostenere la ripresa con stimoli fiscali per imprese e cittadini. Ma, nonostante il cambio di linea, il giudizio della Commissione su quanto sta facendo l'Italia non è così positivo. Più che la quantità, è la qualità delle scelte fatte dal governo Conte che solleva dubbi. Sullo sfondo ricompare il grande incubo per la zona euro: la sostenibilità di medio periodo del debito pubblico italiano.

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La manovra di bilancio dell'Italia è sostanzialmente in linea con le raccomandazioni dell'Unione europea per il 2021 ma, nel momento in cui affronta la crisi dovuta al Coronavirus, il governo di Giuseppe Conte deve iniziare a preoccuparsi della sostenibilità fiscale di medio periodo ed evitare che gli stimoli per l'emergenza si trasformino in misure permanenti aggravando la situazione del debito. In sostanza è questo il messaggio che ha inviato oggi la Commissione, adottando il pacchetto d'autunno del semestre europeo, che contiene il giudizio sui piani di bilancio degli stati membri per il prossimo anno. L'esercizio è completamente diverso dagli anni passati. Niente drammi per gli “zero virgola” o potenziali procedure per deficit eccessivo. La pandemia di Covid-19 e la recessione senza precedenti che hanno colpito l'Ue hanno spinto la Commissione a sospendere il Patto di stabilità e crescita. Di fronte alla seconda ondata, l'invito è continuare a sostenere la ripresa con stimoli fiscali per imprese e cittadini. Ma, nonostante il cambio di linea, il giudizio della Commissione su quanto sta facendo l'Italia non è così positivo. Più che la quantità, è la qualità delle scelte fatte dal governo Conte che solleva dubbi. Sullo sfondo ricompare il grande incubo per la zona euro: la sostenibilità di medio periodo del debito pubblico italiano.

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"Il documento programmatico di bilancio dell'Italia è complessivamente in linea con le raccomandazioni adottate dal Consiglio il 20 luglio 2020. Gran parte delle misure contenute" nella manovra "stanno sostenendo l'attività economica di fronte a una considerevole incertezza. Ma alcune misure non appaiono essere temporanee o accompagnate da misure di compensazione", ha spiegato la Commissione. La differenza tra misure temporanee e permanenti è importante: le prime saranno ritirate superata la fase di crisi legata alla pandemia; le seconde continueranno a pesare sui bilanci nazionali negli anni a venire. Nel 2021 le misure di emergenza adottate dall'Italia - sanità, cassa integrazione e compensazioni per le imprese - sono minime rispetto alle altre misure all'economia. E tra queste, gran parte sono classificate come permanenti invece che temporanee. “Dato il livello del debito pubblico dell'Italia e le considerevoli sfide per la sostenibilità nel medio periodo già prima della pandemia di Covid-19, è importante per l'Italia assicurare che, mentre adotta misure di bilancio sostegno, sia preservata la sostenibilità fiscale di medio periodo”, avverte la Commissione. I dubbi sul debito emergono anche dalle previsioni economiche pubblicate a inizio mese. Contrariamente al governo che ha annunciato una rapida discesa del debito dopo il 2021, la Commissione prevede un plateau appena sotto il 160 per cento del Pil. Un'inversione di rotta della Banca centrale europea sulla sua politica monetaria, o un improvviso cambio di umore dei mercati finanziari, potrebbe provocare una crisi sul debito italiano. "L'Italia è invitata rivalutare regolarmente l'uso, l'efficacia e l'adeguatezza delle misure di sostegno e a essere pronta a adattarle" nel caso in cui cambino le circostanze, si legge nel documento della Commissione.

 

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I timori della Commissione sul debito dell'Italia compaiono in un altro documento del pacchetto del semestre europeo: il rapporto sul meccanismo d'allerta, nel quale vengono individuati i paesi con squilibri macro-economici eccessivi. L'Italia resta in questa categoria per "l'alto debito pubblico" e "la debole crescita della produttività in un contesto di crediti deteriorati ancora alti e elevata disoccupazione", si legge nel documento. Secondo la Commissione in Italia "le vulnerabilità sono principalmente legate a ingenti stock di debito delle amministrazioni pubbliche che vengono ulteriormente aumentati dalla crisi" del Covid-19, "insieme a preoccupazioni relative alla crescita del prodotto potenziale e alla competitività". Inoltre in Italia le vulnerabilità "sono legate anche al settore bancario e allo stock di crediti deteriorati ancora ampio, anche se in rapida diminuzione almeno fino allo scoppio della crisi", dice la Commissione. Risultato, l'Italia resterà un sorvegliato molto speciale. “Con la crisi Covid-19, il rapporto debito / pil è aumentato, mentre l'impatto sul mercato del lavoro e sul settore bancario potrebbe diventare visibile con un certo ritardo a seconda della durata della crisi e della tempistica della graduale eliminazione delle misure di sostegno”, spiega la Commissione, che intende “esaminare ulteriormente la persistenza dei rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell'eliminazione degli squilibri eccessivi”.

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