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Bonus mobilità, il click day è un disastro

Maria Carla Sicilia e Antonio Sileo

Oltre 600mila persone si sono messe in fila questa mattina per richiedere il buono destinato a bici e monopattini sul sito creato da Sogei e ministero dell'Ambiente. Che però non funziona 

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Il giorno del bonus mobilità è finalmente arrivato e centinaia di migliaia di persone si sono collegate al sito buonomobilita.it, questa mattina alle nove in punto. Obiettivo: richiedere l’attesissimo rimborso per aver acquistato una bici, anche a pedalata assistita, un monopattino o uno degli altri mezzi per la micromobilità – tipo hoverboard, segway e monowheel – purché siano a propulsione prevalentemente elettrica. Cosa può andare storto? Per ora parrebbe quasi tutto, a cominciare dal sito. In molti sono infatti finiti a cliccare sul dominio buonomobilità.it, molto simile all’originale se non fosse per l’accento finale, un sito farlocco, riportato erroneamente da agenzie di stampa e in numerosi comunicati, oscurato solo in tarda mattinata nonostante le numerose segnalazioni fatte nei giorni scorsi.

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Il giorno del bonus mobilità è finalmente arrivato e centinaia di migliaia di persone si sono collegate al sito buonomobilita.it, questa mattina alle nove in punto. Obiettivo: richiedere l’attesissimo rimborso per aver acquistato una bici, anche a pedalata assistita, un monopattino o uno degli altri mezzi per la micromobilità – tipo hoverboard, segway e monowheel – purché siano a propulsione prevalentemente elettrica. Cosa può andare storto? Per ora parrebbe quasi tutto, a cominciare dal sito. In molti sono infatti finiti a cliccare sul dominio buonomobilità.it, molto simile all’originale se non fosse per l’accento finale, un sito farlocco, riportato erroneamente da agenzie di stampa e in numerosi comunicati, oscurato solo in tarda mattinata nonostante le numerose segnalazioni fatte nei giorni scorsi.

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Il sito ufficiale, l’unico canale per accedere al bonus, realizzato e garantito da Sogei, d’altra parte ha funzionato piuttosto male, come se non avesse retto l’urto dei tantissimi collegamenti. Eppure il volume delle richieste, anche simultanee, era del tutto prevedibile, benché le risorse a disposizione ammontino a 215 milioni di euro: una cifra ragguardevole, oltre 21 volte quella prevista per i ciclomotori e motocicli elettrici. Ad incoraggiare il collegamento simultaneo è poi la logica del click day, che premia chi arriva prima e garantisce l’erogazione in ordine cronologico di prenotazione.

 

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Chi ha avuto la fortuna, l’ostinazione e il tempo per collegarsi – difficile farlo se non si ha a disposizione almeno qualche ora di tempo libero – si è poi visto cambiare le regole in corso d’opera. Alle 9 è stata aperta la sala d’attesa (naturalmente virtuale) per avere un posto in coda esattamente mezz’ora dopo, ma alle 9:30 una nuova schermata ha rimandato la fila di un’altra mezz’ora, avvisando che “l’evento Buono mobilità 2020” sarebbe continuato con “l’assegnazione di un posto casuale in fila analogamente a agli altri utenti”. Dopo pochi minuti, mentre #buonomobilita guadagnava la prima posizione tra le tendenze Italia su Twitter e la protesta si faceva sempre più colorita, è subentrata la regola non prevista (e incomprensibile) dei 20 minuti: “Sei in attesa di accedere al sito. Quando sarà il tuo turno, avrai a disposizione 20 minuti di tempo per accedere al sito”, informava una schermata. Da quel momento, dopo più di tre ore dalle 9, solo chi gode di nervi d’acciaio e un’ottima connessione ha potuto continuare la fila, che ha superato le 600mila persone.

 

Non è andata meglio neppure nelle fasi preliminari, perché per alcuni è risultato impossibile sia collegarsi al sito sia autenticarsi tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), requisito indispensabile per accedere al bonus. Un problema che si concentra soprattutto per gli accessi effettuati tramite i due maggiori operatori Poste e Sielte, particolarmente sotto stress in questo click day, che offrono il servizio gratuitamente e gestiscono la maggior parte del mercato italiano delle identità digitali. 

 

Sappiamo tuttavia che qualcuno è riuscito nell’ardua impresa di accaparrarsi il rimborso per l'acquisto effettuato e qualcun altro addirittura il voucher, cioè la possibilità di uno sconto fino a 500 euro su uno dei veicoli individuati dal governo, che nei piani intende sostenere la micromobilità per ridurre l’inquinamento urbano e il traffico. La misura, se indirizzata con precisione, sarebbe potuta servire ad alleggerire in parte la pressione sui mezzi pubblici, che nella convivenza con il virus saranno a lungo sorvegliati speciali. Invece si è rivelata un’occasione sprecata sia per il metodo di assegnazione – che non prevede limiti di spesa né di reddito – sia per quello di erogazione, che funziona solo se si ha la possibilità di dedicarsi per molte ore alla fila virtuale. Una fila che in fin dei conti non garantisce l'accesso al rimborso e mette anche sullo stesso piano chi ha già concluso l'acquisto e chi si collega per richiedere il voucher. Alla faccia dell’equità promessa dal ministro Sergio Costa, che solo due mesi fa garantiva: “Nessuno rimarrà indietro. Chi ha acquistato una bicicletta o un altro mezzo di trasporto individuale potrà finalmente essere rimborsato nelle modalità previste”. Nessuno credeva però che le modalità previste sarebbero state quelle sperimentate oggi.  

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