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Editoriali

Guardare oltre le Borse si può

Redazione

Perché le agenzie di rating non sono pessimiste sul futuro italiano

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L’inasprirsi della seconda ondata della pandemia e le nuove restrizioni attuate dai governi hanno spaventato ieri le borse europee, con quella tedesca che è stata la peggiore di tutte. Se Piazza Affari è riuscita a evitare il tracollo (ha chiuso a -1,6 per cento) nonostante il mezzo lockdown annunciato nel fine settimana dal premier Giuseppe Conte, è anche perché venerdì scorso S&P Global Ratings ha migliorato l’outlook dell’Italia da “negativo” a “stabile” dopo averne confermato il rating BBB. L’annuncio è stato dato, ovviamente, a mercati chiusi per cui quando lunedì la Borsa italiana avrebbe potuto beneficiarne ha dovuto, invece, fare i conti con l’incupirsi dello scenario economico.

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L’inasprirsi della seconda ondata della pandemia e le nuove restrizioni attuate dai governi hanno spaventato ieri le borse europee, con quella tedesca che è stata la peggiore di tutte. Se Piazza Affari è riuscita a evitare il tracollo (ha chiuso a -1,6 per cento) nonostante il mezzo lockdown annunciato nel fine settimana dal premier Giuseppe Conte, è anche perché venerdì scorso S&P Global Ratings ha migliorato l’outlook dell’Italia da “negativo” a “stabile” dopo averne confermato il rating BBB. L’annuncio è stato dato, ovviamente, a mercati chiusi per cui quando lunedì la Borsa italiana avrebbe potuto beneficiarne ha dovuto, invece, fare i conti con l’incupirsi dello scenario economico.

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La decisione di S&P resta, comunque, una buona notizia come si vede anche dall’ulteriore restringimento dello spread tra i Btp e i bund tedeschi, che tende a scendere sotto 130 punti. Come fa notare un’analisi di Equita, sebbene il mercato non attendesse un downgrade da parte dell’agenzia di rating, questo giudizio inatteso evita il peggioramento della percezione del rischio paese, in particolare per il settore finanziario. Andrebbe ricordato, infatti, che l’esposizione ai titoli di stato delle banche italiane ha raggiunto 440 miliardi, un livello mai registrato dal 1998 e quindi un miglioramento prospettico del merito di credito dell’Italia fa dormire sonni più tranquilli a chi ha in portafoglio il suo debito sovrano. Ma qual è la ragione per cui S&P vede una schiarita?

 

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Secondo l’agenzia di rating, il peggioramento dei conti pubblici dell’Italia dovuto agli effetti della pandemia è controbilanciato dalla risposta della Bce con il suo programma di acquisti pandemico, dall’azione del governo che ha introdotto misure fiscali straordinarie che valgono il 6,1 per cento del pil del 2020 e dalle risorse che l’Italia riceverà nei prossimi quattro anni dal Recovery fund. Insomma, queste misure pongono le basi per un sostegno alla crescita economica tale da poter invertire il trend di deterioramento dei conti pubblici. C’è materia di riflessione per pessimisti ed euroscettici.

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