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Dalle bici alle auto elettriche, idee per non trasformare i bonus in semplici sconti

Antonio Sileo

Dopo le risorse destinate alla mobilità leggera, il governo ci ricasca e stanzia 15 milioni per trasformare in elettrici i motori di auto e furgoni: anche stavolta non ci sono tetti di spesa nè limiti reddituali

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Poter elargire denari o regali a cittadini più o meno bisognosi rientra tra i sogni, di questi tempi non tanto proibiti, dei politici. Il Comandante Lauro, che di consenso se ne intendeva, iniziava ad elargire doni già prima delle elezioni e partiva dalle masse di bisognosi; ma erano altri tempi e altri uomini. Oggi, il governo successivo a quello che, dal balcone, aveva abolito la povertà, ha scelto di investire in una lunghissima lista di bonus. L’ultimo è arrivato con la conversione del decreto Agosto e serve a chi sceglie di far montare sistemi di riqualificazione elettrica su auto e furgoni con motori tradizionali. Come altri bonus varati in questi mesi, anche questo ha però il difetto di non essere selettivo e rischia di trasformarsi da incentivo a semplice sconto per chi questi interventi li avrebbe fatti comunque. 

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Poter elargire denari o regali a cittadini più o meno bisognosi rientra tra i sogni, di questi tempi non tanto proibiti, dei politici. Il Comandante Lauro, che di consenso se ne intendeva, iniziava ad elargire doni già prima delle elezioni e partiva dalle masse di bisognosi; ma erano altri tempi e altri uomini. Oggi, il governo successivo a quello che, dal balcone, aveva abolito la povertà, ha scelto di investire in una lunghissima lista di bonus. L’ultimo è arrivato con la conversione del decreto Agosto e serve a chi sceglie di far montare sistemi di riqualificazione elettrica su auto e furgoni con motori tradizionali. Come altri bonus varati in questi mesi, anche questo ha però il difetto di non essere selettivo e rischia di trasformarsi da incentivo a semplice sconto per chi questi interventi li avrebbe fatti comunque. 

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Si tratta di un contributo pari al 60 per cento del costo fino ad un massimo di 3,5 mila euro, più un aiuto di pari percentuale per l’iscrizione al pubblico registro automobilistico (Pra), bollo e imposta provinciale di trascrizione. Le risorse disponibili ammontano a 3 milioni di euro per il 2020 e a 12 per il 2021, e sono attinti dal fondo alimentato con gli introiti provenienti dal malus versato dagli acquirenti delle autovetture con emissioni omologate superiori ai 160 g di CO2 per km percorso, come previsto dalla Legge di Bilancio 2019. Il malus è pagato per le auto sportive, ma anche da chi ha bisogno di spazio per la famiglia e compra un grande monovolume o un fuoristrada perché vive in montagna.

 

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La misura, a prima vista, al pari di molti altri bonus, persegue un’utile causa, peraltro carissima al M5s: la trasformazione – tramite motore elettrico e indispensabili batterie – di una vecchia auto in una vettura elettrica. Il punto è che 3,5 mila euro non sono poi così tanti per l’intervento richiesto. La riqualificazione elettrica costa, infatti, almeno 5 o 7 mila euro, senza contare le batterie, che come per le auto nuove rappresentano il grosso della spesa: per avere un’autonomia di 75 km ci vogliono più di 7 mila euro, 10 mila per arrivare a 100 km, sempre che si riescano a inserire le batterie nella vettura da trasformare. Difficile che si imbarchi nell’impresa chi non avrebbe potuto comunque permettersi di trasformare la propria automobile, che più che una vecchia city car sarà un'auto, anche piccola, ma ormai d’epoca. 

 

Tuttavia, per evitare di trasformare un bonus in un regalo per tutti un modo ci sarebbe: fissare un limite legato a elementi reddituali e patrimoniali, casomai ricorrendo all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), come si è scelto di fare con il bonus vacanze. Uno strumento, questo, che oltre a introdurre l’altrimenti ignorata questione dell’equità, può contribuire a gestire risorse che per definizione dovrebbero essere scarse. Come nel caso dei fondi destinati all’attesissimo “Bonus mobilità” per bici e altri mezzi per la micromobilità, purché siano a propulsione prevalentemente elettrica, come monopattini, monoruote, hoverboard e segway. 

 

Oggi, nonostante i reiterati annunci del ministro dell’ambiente, Sergio Costa, dopo un iter del decreto attuativo che ha assunto i contorni del feuilleton, ancora non c’è la piattaforma da cui richiedere il bonus, dovrebbe andare online il 4 di novembre. Ma soprattutto non v’è certezza che, nonostante i 210 milioni stanziati, i soldi bastino per tutti, se si rivelasse azzeccata la stima di 840 mila domande. Era così difficile prevedere un tetto di spesa per l’ottenimento del bonus, invece di distribuire denari a tutti indipendentemente da reddito e possibilità d’acquisto?

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