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Così il Covid spegne i mercatini di Natale

Luca Roberto

A causa dei divieti introdotti dal dpcm e l'aumento dei contagi, Trento e Bolzano costrette a cancellare le fiere a tema natalizio. Con il rischio che alcuni territori come il Trentino-Alto Adige soffrano ancor di più la crisi

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“Siamo un territorio fortunato, ma ogni giorno che passa ci arriva un'altra batosta. Non ci aspettavamo certo un autunno semplice, ma così rischia di diventare drammatico”. Massimiliano Peterlana è il presidente della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici del Trentino, e da qualche ora ha letto sui giornali locali che il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha annunciato la cancellazione dei mercatini di Natale in città. “Il momento è difficile, serve responsabilità ed è meglio decidere sin da ora. Una città insicura non può essere attrattiva per i turisti”, ha spiegato il primo cittadino neo eletto. Sulla stessa linea si stavano muovendo le altre amministrazioni del Trentino e dell'Alto Adige, con il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi che sulla possibilità di tornare ad allestire le casette in Piazza Walther ha detto: “è molto difficile”. Mentre a Merano con difficoltà si stava cercando di capire se e come sarebbe stato possibile garantire un distanziamento non rinunciando alla vendita di cibo e bevande. Poi però è arrivata l'ufficialità da parte del presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher: "In questo momento la priorità è garantire il funzionamento della scuola e delle imprese e per questo rinunciamo a tutto quello che non è irrinunciabile", ha detto il governatore, annunciando che i mercatini resteranno chiusi in tutto l'Alto Adige. 

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“Siamo un territorio fortunato, ma ogni giorno che passa ci arriva un'altra batosta. Non ci aspettavamo certo un autunno semplice, ma così rischia di diventare drammatico”. Massimiliano Peterlana è il presidente della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici del Trentino, e da qualche ora ha letto sui giornali locali che il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha annunciato la cancellazione dei mercatini di Natale in città. “Il momento è difficile, serve responsabilità ed è meglio decidere sin da ora. Una città insicura non può essere attrattiva per i turisti”, ha spiegato il primo cittadino neo eletto. Sulla stessa linea si stavano muovendo le altre amministrazioni del Trentino e dell'Alto Adige, con il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi che sulla possibilità di tornare ad allestire le casette in Piazza Walther ha detto: “è molto difficile”. Mentre a Merano con difficoltà si stava cercando di capire se e come sarebbe stato possibile garantire un distanziamento non rinunciando alla vendita di cibo e bevande. Poi però è arrivata l'ufficialità da parte del presidente della provincia autonoma di Bolzano Arno Kompatscher: "In questo momento la priorità è garantire il funzionamento della scuola e delle imprese e per questo rinunciamo a tutto quello che non è irrinunciabile", ha detto il governatore, annunciando che i mercatini resteranno chiusi in tutto l'Alto Adige. 

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“Il grido d'allarme da parte delle aziende è stato lanciato da tempo”, spiega al Foglio Peterlana. “La gran parte degli operatori stanno già facendo i conti con un dimezzamento del fatturato. Considerando che i mercatini veicolano 1 milione e mezzo di presenze in un solo mese in una città di poco più di 100 mila abitanti, dovervi rinunciare significa prendersi un'altra sberla, rischiare il collasso. Si potevano studiare delle formule alternative, visto che abbiamo scoperto che il 70 per cento dei contagi avvengono in casa e solo in minima parte nelle attività commerciali”.

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Il giro d'affari prodotto dai mercatini nella sola Trento è cresciuto di anno in anno, e si stima che impedire l'allestimento delle casette di legno per la prima volta dal 1993 significhi dover rinunciare a un monte incassi che sfiora i 40 milioni di euro. Per altro il settore non è esclusivo appannaggio dell'arco alpino. In un rapporto del 2018 delle Camere di Commercio lombarde si stimavano in tutta Italia 167 mila imprese coinvolte a vario titolo nei mercatini, oltre 14 mila delle quali localizzate a Napoli e 10 mila a Roma. “E l'effetto economico non è il solo da tenere in considerazione. A livello di impatto psicologico, pensare di chiudere tutto anche durante le feste è devastante”, dice Peterlana. “Lo si è visto anche a partire dalla scorsa settimana. Con l'aumento dei contagi la gente è rimasta a casa e anche se ancora non erano in atto le restrizioni del nuovo dpcm in molti avevano rinunciato a una serata al ristorante o in un locale”.

Anche secondo Maurizio Innocenti, presidente di Anva, Associazione nazionale commercio su aree pubbliche, c'è il rischio che lo stop a un evento molto attrattivo per le famiglie come i mercatini possa “chiudere il Natale, ingenerando delle preoccupazioni ancor più grosse di quanto ci si aspetterebbe. Una delle conseguenze potrebbe essere il blocco del commercio”, come rimarca al Foglio. L'ultimo dpcm licenziato dal Consiglio dei ministri interrompe tutta l'attività delle sagre e delle fiere locali, in cui lavorano 60 mila addetti e intacca una spesa complessiva di oltre un miliardo di euro. “E' chiaro che l'impatto non riguarda solo le fiere in sé. La loro interruzione si porta dietro un rischio di impoverimento dei territori, perché tutta l'affluenza in meno la pagheranno anche le attività dell'indotto”, continua Innocenti.

 

Nell'incertezza sui mesi a venire, per la prima volta in 26 anni è stata cancellata a Como pure Città dei Balocchi, il festival di luci a tema invernale (una sorta di Luci d'Artista in salsa lariana) che ogni anno attraeva almeno un paio di milioni di turisti e generava un indotto di oltre 20 milioni di euro. Gli organizzatori hanno rinunciato a partecipare al bando del Comune proprio perché erano incerti sull'andamento della pandemia. “Abbiamo agito con senso di responsabilità”, hanno spiegato. E proprio a Torino, Luci d'Artista dovrà fare a meno di tutte quelle installazioni – come “Miracola”, in piazza San Carlo – che avrebbero comportato rischi di assembramento. Quasi il presagio di un Natale senza più luci al tempo del coronavirus.

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