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Aspettando la riforma fiscale

Redazione

La manovra è piena di proroghe, e anche l’arrivo della nuova Irpef è prorogato

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La manovra economica quest’anno è cominciata in marzo ed è proseguita lungo i due successivi decreti e relativi aggiustamenti. E nel frattempo si è proiettata sul 2021 con le ali del Recovery fund. Per questo il compito di illustrare la classica Finanziaria cui ieri si sono dedicati Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri non era semplice e faceva rischiare la ridondanza.

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La manovra economica quest’anno è cominciata in marzo ed è proseguita lungo i due successivi decreti e relativi aggiustamenti. E nel frattempo si è proiettata sul 2021 con le ali del Recovery fund. Per questo il compito di illustrare la classica Finanziaria cui ieri si sono dedicati Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri non era semplice e faceva rischiare la ridondanza.

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Molto di ciò che è stato illustrato riguarda il trascinamento degli interventi straordinari in corso, sia per misure sociali di emergenza, come il prolungamento della cassa integrazione che potremmo chiamare pandemica, sia per misure come la proroga del blocco dei licenziamenti. E addirittura è stata fissata a giugno prossimo la scadenza delle misure di sostegno alla liquidità delle imprese e delle famiglie (moratorie su mutui e prestiti). Sono scelte fatte per aderire più ai tempi previsti per la durata della pandemia che a quello dell’esercizio di bilancio.

  

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Per questo la parte strettamente di finanza pubblica rischiava di restare perfino affogata, dal punto di vista comunicativo e operativo, tra proroghe di grande peso e attese fantastiche dei fondi europei e delle loro anticipazioni già disponibili, come continua fondatamente a ritenere il governo, a inizio anno. E in questo, forse ingannevole, clima di abbondanza è sfumata ogni speranza di chiarezza e di determinazione per la riforma del fisco.

 

Gualtieri ha svicolato a precisa domanda sull’adozione del modello tedesco ad aliquote continue ma ha preso un impegno, più politico che economico, dicendo che ciò che conta è abbassare le tasse e che per arrivare al risultato si farà una legge delega con cui definire, nel corso del 2021, la riforma fiscale. L’impegno è quello che è, i contribuenti possono ragionevolmente restare guardinghi. Ma c’è il segnale politico sul funzionamento di un asse minore ma importantissimo per il governo, quello tra Conte e Gualtieri. Attenzione solo a non strafare, come quando Conte tenta di mutuare parole e concetti dal ministro dell’Economia su temi come il Mes, fa un po’ di confusione e poi deve dire che “ha solo risposto a una domanda (sic) e che se ne parlerà nelle sedi e al momento opportuno”. Senza domande, evidentemente.

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