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in gara contro la trasparenza

Ci sono 400 mila ragioni per preoccuparsi del metodo Arcuri

Le 11 imprese che hanno vinto la gara pubblica per i banchi scolastici non sono più 10 ma 9. Chi consegnerà i 400 mila banchi mancanti? Non si sa

Luciano Capone

Il Commissario nega a Openpolis l'accesso ai dati sui contratti stipulati durante l'emergenza. Rivendicare un diritto alla segretezza è inopportuno visti i suoi poteri straordinari: proprio perché può agire in deroga alle leggi ordinarie, è necessaria maggiore trasparenza 

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Roma. Intervistato da Repubblica, il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha rivelato che c’è un’altra azienda che avrebbe dovuto produrre i banchi monoposto e non lo farà più. Prima ne era saltata un’altra che non aveva i requisiti per farlo nonostante fosse stata selezionata. In pratica, allo stato attuale, Arcuri ci informa che le 11 imprese che hanno vinto la gara pubblica per la produzione dei banchi non sono più 10 ma 9. Questo implica che manca all’appello chi ne produrrà 400 mila, ma Arcuri conferma che verrà comunque consegnato lo stesso quantitativo di banchi (2,4 milioni) entro la stessa scadenza (ottobre). Per ora nelle scuole ne sono giunti solo 200 mila. Chi consegnerà i 400 mila banchi mancanti? Nuove aziende attraverso affidamenti diretti? O verrà chiesto alle altre vincitrici di integrare le forniture?  Non si sa.

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Roma. Intervistato da Repubblica, il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha rivelato che c’è un’altra azienda che avrebbe dovuto produrre i banchi monoposto e non lo farà più. Prima ne era saltata un’altra che non aveva i requisiti per farlo nonostante fosse stata selezionata. In pratica, allo stato attuale, Arcuri ci informa che le 11 imprese che hanno vinto la gara pubblica per la produzione dei banchi non sono più 10 ma 9. Questo implica che manca all’appello chi ne produrrà 400 mila, ma Arcuri conferma che verrà comunque consegnato lo stesso quantitativo di banchi (2,4 milioni) entro la stessa scadenza (ottobre). Per ora nelle scuole ne sono giunti solo 200 mila. Chi consegnerà i 400 mila banchi mancanti? Nuove aziende attraverso affidamenti diretti? O verrà chiesto alle altre vincitrici di integrare le forniture?  Non si sa.

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In realtà non si sa neppure chi stia producendo questi banchi: Arcuri si rifiuta di rendere pubblici i nomi delle imprese. Dice che lo farà entro i termini di legge, ovvero  30 giorni dopo la sottoscrizione dei contratti. Potrebbe farlo anche prima – d’altronde è già passato oltre un mese dalla chiusura della gara – ma evidentemente il commissario straordinario ha un rapporto conflittuale con la trasparenza, nonostante affermi continuamente il contrario. “I poteri del commissario – dice – consentono la sospensione del codice degli appalti. Quando posso, non approfitto di questa facoltà e nel caso dei banchi ho fatto una gara pubblica europea di massima urgenza”. Il senso è che la procedura è già una garanzia. Le cose, nel caso dei banchi scolastici, non stanno così. Una gara pubblica dovrebbe garantire competizione, termini prestabiliti e, appunto, trasparenza. La competizione, almeno sul prezzo, non c’è stata anche perché il bando non prevedeva un tetto massimo al prezzo. I termini criteri inderogabili fissati nel bando non sono stati rispettati, perché Arcuri e il ministro Azzolina hanno concordato, a gara chiusa, “sulla utilità di non considerare vincolanti i termini di consegna espressi nel bando di gara”. E il commissario, sempre a gara conclusa, ha anche avviato procedure negoziate per sottoscrivere i contratti. Infine, questa gara non ha garantito neppure la trasparenza visto che Arcuri non vuole rendere pubblici gli atti.

 

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In pratica la gara pubblica, di cui tanto si vanta, poteva anche non farla: se avesse fatto degli affidamenti diretti il governo avrebbe perso meno tempo (almeno due mesi) e noi avremmo avuto lo stesso grado di opacità (tanta). Il caso dei banchi scolastici non è isolato. La scarsa trasparenza per Arcuri è un modus operandi consolidato. La fondazione Openpolis, ad esempio, sin dall’inizio della crisi ha chiesto trasparenza sull’uso delle risorse pubbliche e sull’esito dei bandi nella gestione dell’emergenza. Per questo motivo Openpolis ha presentato due accessi civici per la pubblicazione di tutti i bandi. Ma in entrambi i casi Arcuri ha respinto la richiesta, nonostante la legge e la giurisprudenza affermino il diritto di accesso generalizzato ai contratti pubblici. Ad Openpolis non resta altro che il ricorso per via giudiziaria, sostenendone i costi.

 

Dopo che il governo ha pubblicato persino i verbali del Comitato tecnico scientifico, non è ammissibile che il Commissario rivendichi un diritto alla segretezza che è oltremodo inopportuno visti i suoi poteri straordinari: proprio perché Arcuri può agire in deroga alle leggi ordinarie, è necessaria maggiore trasparenza per consentire ai cittadini di controllare e valutare il suo operato. Alle richieste di trasparenza Arcuri risponde dicendo: “Basta con le polemiche. Abbiamo avuto 35 mila morti, dobbiamo consegnare ancora 2,2 milioni di banchi, non sappiamo che cosa ci riserva l’immediato futuro. Fateci lavorare”. Le nostre polemiche avevano anticipato che il bando sui banchi era sbagliato e che i termini della gara non sarebbero stati rispettati. Una maggiore trasparenza serve proprio a evitare o correggere errori come del genere: è questo il ruolo della stampa. Arcuri pubblichi gli atti sui bandi, ci faccia lavorare.

 

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