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Capitalismo a metà

Il governo si dà i superpoteri sulla Borsa

Mariarosaria Marchesano

Lo stato può bloccare l'acquisizione di Piazza Affari, attraverso il golden power, e in pratica decidere a chi vada venduta, prescindendo dal mercato

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Secondo il Financial Times, la vendita di Borsa italiana e dei suoi asset arriva in un momento in cui la pandemia ha acuito l’istinto interventista del governo Conte, che nei mesi scorsi ha rafforzato la legge sulla golden power che limita gli investimenti stranieri in settori considerati strategici per l’interesse nazionale. In pratica, sottintende il quotidiano inglese, la vendita dell’infrastruttura finanziaria da parte del London Stock Exchange potrebbe essere resa più complicata dalla politica romana. In realtà, questo è vero solo in parte perché è dai tempi della Brexit che governo (quello precedente) e Consob hanno messo sotto osservazione un eventuale riposizionamento del mercato borsistico e della piattaforma Mts, su cui vengono scambiati i titoli di stato italiani e non solo, entrambi venduti nel 2007 agli inglesi senza, peraltro, suscitare troppo clamore mediatico. E sono quasi due anni che si discute della possibilità per il governo italiano di esercitare un potere di veto nel caso in cui Borsa fosse stata ceduta.

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Secondo il Financial Times, la vendita di Borsa italiana e dei suoi asset arriva in un momento in cui la pandemia ha acuito l’istinto interventista del governo Conte, che nei mesi scorsi ha rafforzato la legge sulla golden power che limita gli investimenti stranieri in settori considerati strategici per l’interesse nazionale. In pratica, sottintende il quotidiano inglese, la vendita dell’infrastruttura finanziaria da parte del London Stock Exchange potrebbe essere resa più complicata dalla politica romana. In realtà, questo è vero solo in parte perché è dai tempi della Brexit che governo (quello precedente) e Consob hanno messo sotto osservazione un eventuale riposizionamento del mercato borsistico e della piattaforma Mts, su cui vengono scambiati i titoli di stato italiani e non solo, entrambi venduti nel 2007 agli inglesi senza, peraltro, suscitare troppo clamore mediatico. E sono quasi due anni che si discute della possibilità per il governo italiano di esercitare un potere di veto nel caso in cui Borsa fosse stata ceduta.

Vero è, però, che solo la scorsa settimana il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha fatto capire chiaramente che è pronto a ricorrere al golden power, e ad altri poteri di interdizione in capo alla Consob, per salvaguardare un’infrastruttura la cui rilevanza per il paese è stata assimilata a quella delle telecomunicazioni e dell’energia nell’ambito di un decreto emanato lo scorso aprile, in piena emergenza Covid. Ora, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle offerte, spostata a lunedì 14 settembre, quali margini di intervento effettivo ha lo stato italiano? “Molto ampi – dice al Foglio Andrea Carreri, partner dello studio Lca che alla golden power ha dedicato un intero gruppo di lavoro considerando il crescente numero di operazioni di compravendita di società che potrebbero ricadere in questo ambito – In pratica, Palazzo Chigi può bloccare l’acquisizione del gestore del mercato azionario da parte di un terzo soggetto sia che questo sia extra europeo sia che sia europeo attraverso la Consob oppure in modo diretto applicando il recente decreto che addirittura anticipa l’introduzione del regolamento comunitario sulla Foreign Direct Investment, che nell’ordinamento italiano equivale alla golden power”.

In corsa per Borsa Italiana, come noto, ci sono tre cordate di cui due europee, Cdp-Euronext e Deutsche Borse, e una, quella degli svizzeri di Six che si presentano insieme con un gruppo di investitori guidati dall’imprenditore italiano Andrea Bonomi, che può considerarsi extra europea. In una normale competizione di mercato il London Stock Exchange – che detiene il 100 per cento di Borsa italiana che a sua volta controlla la maggioranza del capitale di Mts - dovrebbe poter vendere al miglior offerente, anche in considerazione dello sforzo finanziario necessario per portare a termine l’acquisizione della piattaforma di dati finanziari Refinitiv che consacrerà il gestore della Borsa di Londra come concorrente mondiale di Bloomberg. Ma se il governo italiano ha tutto questo potere, non è come dire che Lse ha le mani legate? “La chiave di lettura è un altra: tutti i governi europei stanno alzando la guardia per presidiare i propri asset strategici. E’ una tendenza diffusa e l’Italia non fa eccezione: Lse dovrà tenere conto di questo nel valutare le offerte per una infrastruttura strategica per l’Italia condizionando la proposta che riterrà di scegliere agli esiti della procedura di golden power. Ma vorrei far notare una cosa: negli ultimi anni l’esercizio del potere di verifica dello stato italiano sulle operazioni di mercato è cresciuto parecchio, dal 2016 a oggi le notifiche sono addirittura triplicate. Nell’ambito dei settori strategici stanno rientrando anche le imprese alimentari e quelle farmaceutiche in virtù dell’ampliamento del perimetro golden power. Posso dire che ad oggi sono decine le operazioni sul tavolo degli studi legali italiani. E’ il segno dei tempi e della tendenza degli stati ad avere maggior peso nell’economia che l’emergenza Covid ha rafforzato. Siamo in una nuova era”. 

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