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Bomba Npl

Redazione

L’importanza dell’allarme di Nagel sui crediti deteriorati nel mondo post Covid

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L’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, ha posto in commissione parlamentare d’inchiesta sulle Banche il tema dei nuovi crediti deteriorati che per i prossimi anni saranno figli della pandemia. “Una potenziale bomba atomica” per il paese, ha detto Nagel usando termini e toni insolitamente diversi dal suo proverbiale stile british. Il numero uno di Piazzetta Cuccia ha da tempo maturato l’idea che le attuali norme europee sono sbagliate perché mettono le banche nella condizione di avviare la svalutazione dei crediti anche se c’è una sola rata insoluta da parte delle imprese. Mai regole sono suonate tanto fuori contesto considerando l’effetto dell’emergenza sanitaria sugli operatori economici. E pur apprezzando che la Bce abbia messo in atto alcune misure provvisorie per rendere meno severa la classificazione dei non performing loan (Npl) e alleggerire l’impatto del Covid sul bilancio delle banche, ha ritenuto di suonare il campanello d’allarme.

 

Perché lo ha fatto? Oltre al dovere istituzionale di informare la commissione su come stanno le cose, e cioè prepararsi a un possibile scenario critico in cui gli aumenti di capitale necessari per far fronte alle coperture dei crediti potrebbero mettere in difficoltà almeno una parte del sistema bancario, ha probabilmente voluto trasmettere un messaggio su quello che si può fare: cambiare regole che dal primo gennaio 2021 diventeranno ancora più incisive. Con Andrea Enria a capo della Vigilanza della Bce le cose vanno meglio rispetto a quando c’era la francese Danièle Nouy, ha detto in sostanza Nagel, senza però mai citare quest’ultima che è stata l’artefice dell’inasprimento delle regole per la gestione dei crediti deteriorati dopo che la grande crisi del 2008 ne aveva generato una quantità insostenibile. La Nouy agì soprattutto su pressione dei paesi nordeuropei che reclamavano maggior rigore, ma che oggi potrebbero accettare una revisione in senso meno restrittivo dopo la pandemia. Insomma, Enria potrebbe aver bisogno di una mano per portare avanti questa istanza. E Nagel sta cercando di dargliela ponendo il problema all’attenzione della politica, che dovrebbe fare la sua parte.

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