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Alitalia e il ritorno della soluzione Lufthansa (con esuberi)

Andrea Giuricin

Più che per il paese, la compagnia è strategica per la politica. Ma come si fa ora che l'unico piano percorribile prevede il taglio di 4-5 mila persone?

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L’anticipo da parte del Governo di 250 milioni di euro ad Alitalia per la crisi Covid19 mostra bene le difficoltà della compagnia aerea. Ma non è solo la crisi Covid19, che sta colpendo tutto il settore aereo, a fare male ad Alitalia, dato che il vettore ha perso oltre mezzo miliardo di euro nel 2019, anno in cui Lufthansa chiudeva con oltre 1 miliardo di utile. La quota di mercato di Alitalia continua a diminuire sempre più, come mostrano i dati del 2019. In particolare i passeggeri trasportati da e per l’Italia sono ormai il 7,8 per cento del totale, quinto gruppo in dietro Ryanair, Easyjet, IAG e Lufthansa. Alitalia è forse strategica per la politica, ma non per l’Italia. Nella prima settimana di agosto, il numero di voli di Alitalia si sono ridotti del 56 per cento rispetto all’anno precedente, mentre quelli del mercato italiano del 50 per cento. A conferma di un’ulteriore possibile diminuzione della quota di mercato.

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L’anticipo da parte del Governo di 250 milioni di euro ad Alitalia per la crisi Covid19 mostra bene le difficoltà della compagnia aerea. Ma non è solo la crisi Covid19, che sta colpendo tutto il settore aereo, a fare male ad Alitalia, dato che il vettore ha perso oltre mezzo miliardo di euro nel 2019, anno in cui Lufthansa chiudeva con oltre 1 miliardo di utile. La quota di mercato di Alitalia continua a diminuire sempre più, come mostrano i dati del 2019. In particolare i passeggeri trasportati da e per l’Italia sono ormai il 7,8 per cento del totale, quinto gruppo in dietro Ryanair, Easyjet, IAG e Lufthansa. Alitalia è forse strategica per la politica, ma non per l’Italia. Nella prima settimana di agosto, il numero di voli di Alitalia si sono ridotti del 56 per cento rispetto all’anno precedente, mentre quelli del mercato italiano del 50 per cento. A conferma di un’ulteriore possibile diminuzione della quota di mercato.

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La crisi è durissima. Le soluzioni sono sempre più difficili da trovare e la newco, che sarebbe dovuta nascere prima dell’estate, molto difficilmente potrà prendere il volo prima dell’autunno. C’è da ricordare che ogni giorno che passa, vengono consumati i soldi dei contribuenti. Purtroppo diversi Governi hanno sempre e solo pensato a immettere nuove risorse, attuando di fatto una strategia che in inglese è chiamata “kick the can”, o calcio alla lattina. Ora la ripartenza sarà molto difficile nonostante il governo abbia messo sulla carta 3,35 miliardi per la nuova compagnia. Tuttavia, nonostante il profluvio di denaro pubblico, le possibilità di ripartenza sono molto scarse. Nelle ultime settimane sembra avere ripreso campo la soluzione Lufthansa, la stessa che è in gioco ormai da 3 anni e mezzo e sempre avversata dagli ultimi governi. In questo periodo Lufthansa ha le sue grandi difficoltà, vista la crisi Covid, ma rimane comunque il primo gruppo europeo. Il governo sembra però intenzionato ad andare avanti con la sua strategia stand-alone, che nel mondo del trasporto aereo è alquanto infattibile: Alitalia è una compagnia troppo debole e troppo piccola per competere da sola in un mercato dove la competizione tra i grandi gruppi è molto forte. La soluzione Lufthansa prevede una graduale entrata prima nell’alleanza commerciale Star Alliance, per poi far confluire la compagnia risanata, Alitalia, nel gruppo tedesco. Questa via prevede però dei tanti esuberi, ben oltre le 4-5 mila persone. Come farà la politica a scegliere per questa soluzione dopo la promesse (irrealizzabile) dei ministri, a partire da quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, sulla salvaguardia dei livelli occupazionali?

   

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Sarà inoltre difficile avere il via libera della Commissione europea per la nuova Alitalia ed è anche per questo motivo che le tempistiche si stanno allungando. Gli aiuti sono possibili per le compagnie che non avevano problemi nel 2019, ma questo non è chiaramente il caso di Alitalia, che dal momento della liberalizzazione del mercato aereo del 1997, non ha mai praticamente chiuso in utile.

   

Vi è un’ultima domanda a cui rispondere. Perché bisogna salvare Alitalia con i soldi dei contribuenti pur non essendo strategica? Non può Lufthansa prendersi gli asset di Alitalia sul mercato se interessano? In tutto questo è interessante vedere come il settore aereo non sia stato di fatto aiutato durante la crisi più grave di sempre. Si poteva scegliere di utilizzare una strategia per “salvare” tutto il settore, magari aiutando gli scali aeroportuali, i quali avrebbero poi potuto ribaltare questi aiuti a tutte le compagnie aeree. O altrimenti si sarebbero potute eliminare temporaneamente le cosiddette tasse volo, che incidono fino al 15 per cento del prezzo del biglietto.

   

Queste manovre avrebbero aiutato il settore aereo a riprendersi un po’ più velocemente, non si sarebbero sprecati ancora una volta miliardi di euro e non ci si sarebbe incartati proprio mentre il settore aveva più bisogno. Invece la stella polare della politica, Alitalia, sta portando tutto il settore verso una crisi ancor più profonda.

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