il discorso al meeting di rimini
Giovani e debito pubblico. La ricetta di Draghi è un'agenda per il futuro del paese (e del governo)
“Nel lungo periodo saremo tutti morti”, diceva Keynes. E Draghi lo cita, ma ci ricorda che nel lungo periodo ci saranno anche dei vivi a cui bisogna pensare, dandogli un'istruzione e un ambiente migliori
-
La Bce potenzia il bazooka anti Covid
-
Presidente fisso
-
Conte, Draghi, Europa. Così il Covid riscriverà i destini della politica
-
Contro gli economisti della gnagnera
-
È ancora il tempo del Mes
-
Draghi cita Keynes ma ci ricorda l'importanza del lungo periodo per i giovani
-
Alibi finiti. È ora di pensare a cosa possiamo fare noi per il futuro dell'Italia
-
Caffè, Keynes e i riformisti da bar. Coordinate per difendersi dai nuovi ciarlatani
-
Debito pubblico, è ora di azzerare i dogmi
-
Mario Draghi, il migliore degli uomini di stato
Al meeting di Rimini di Comunione e liberazione, nel discorso più atteso dopo la fine del suo mandato al vertice della Banca centrale europea, Mario Draghi mette al centro i giovani. Oltre che per motivi economici, lo fa per una “ragione morale”: “Il debito creato con la pandemia è senza precedenti e dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani”. Per decenni i governi, guidati da una forma di “egoismo collettivo”, hanno indirizzato le risorse per acquistare consenso politico nell’immediato. Ma “ciò non è più accettabile oggi” perché “privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Luciano Capone
Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali