PUBBLICITÁ

Contro la cultura del no

Per evitare disastri come alle Mauritus servono infrastrutture. Cari grillini, prendete nota

Annarita Digiorgio

La maggior parte degli incidenti e dell'inquinamento non sono causati dagli impianti ma dal trasporto. Per togliere di mezzo petroliere e navi cisterna serve una rete efficiente di gasdotti. Ma oltranzisti e nimby non li vogliono. Dal Tap alla Sicilia

PUBBLICITÁ

“Oltre 1.000 tonnellate di petrolio si sono disperse in mare e arrecheranno irreparabili danni ambienti, seminando morte tra tutte le forme di vita della circostante barriera corallina. La specie umana è l'unica capace di distruggere l'ecosistema che la sostiene, ma ci meritiamo di vivere sul pianeta Terra?”. È la riflessione che lancia la grillina Carla Ruocco commentando il disastro della petroliera alle Mauritius. “La transizione energetica, che è una transizione prima di tutto culturale, é la vera sfida dell’umanità e il vero obbiettivo politico” le risponde dalla sua pagina Facebook il sottosegretario di Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


“Oltre 1.000 tonnellate di petrolio si sono disperse in mare e arrecheranno irreparabili danni ambienti, seminando morte tra tutte le forme di vita della circostante barriera corallina. La specie umana è l'unica capace di distruggere l'ecosistema che la sostiene, ma ci meritiamo di vivere sul pianeta Terra?”. È la riflessione che lancia la grillina Carla Ruocco commentando il disastro della petroliera alle Mauritius. “La transizione energetica, che è una transizione prima di tutto culturale, é la vera sfida dell’umanità e il vero obbiettivo politico” le risponde dalla sua pagina Facebook il sottosegretario di Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro

PUBBLICITÁ

   

Transizione energetica che come ha ammesso lo stesso Conte persino in conferenza con Trump, passa per il gas. Ma l’utilizzo di questa fonte al posto del petrolio, è sufficiente ad evitare tragedie come alle Mauritus? Purtroppo come spesso accade anche per forniture diverse da quelle energetiche, o per esempio per lo smaltimento dei rifiuti, la maggior parte dei disastri, insieme al principale inquinamento, non sono causati dagli impianti, bensì dal trasporto

   

PUBBLICITÁ

L’Italia è piena di rigassificatori e, tranne la Sardegna, completamente attraversata da metanodotti, ma il più grande disastro è avvenuto a bordo della nave gasiera Elisabetta Montanari nel 1987 a Ravenna. Le esalazioni sprigionate della combustione causarono la morte per asfissia di 13 operai impegnati nel cantiere di manutenzione della nave. Infatti dove non arrivano i gasdotti, arrivano le navi cisterne. Ogni gasiera consuma in media 100 tonnellate di carburante al giorno e produce emissioni più nocive di quelle provenienti dalle centrali termiche attualmente in uso. Secondo un rapporto dell’EPA americano il metano incombusto produce, a parità di peso, un effetto serra circa 21 volte maggiore di quello prodotto dal biossido di carbonio. Piero Angela nel suo libro “La sfida del secolo” descrive quello che secondo lui potrebbe essere il peggior incidente immaginabile della storia del mondo proprio legandolo a una metaniera che si spezza. Eppure nel mondo ancora ne viaggia qualcuna.

  

 

È il caso di Malta, il cui totale fabbisogno di gas dell’isola è garantito dalla presenza in porto della nave Armada Lng Mediterrana. Un titanico thermos di bunkeraggio collegato a un rigassificatore che alimenta una centrale a ciclo combinato. L’unità di stoccaggio mobile è parcheggiata a Marsaxlokk, una delle più belle mete di Malta, e ci si passa accanto nel tragitto dal mercato del pesce della domenica alla grotta di Saint Peter's Pool, meta obbligata per gli amanti dei tuffi, al pari della Grotta della Poesia a Melendugno in Salento. Solo nel 2015 l’arrivo del gas via nave ha liberato l’isola dalla nociva e dispendiosa produzione di olio combustibile che fino a quel momento alimentava tutti i maltesi. La gigantesca nave cisterna spaventa però alla sola vista persino il turista più sviluppista. I nuovi vincoli ambientali europei ne impongono entro il 2025 lo spostamento al largo del Mediterraneo per il bunkeraggio.

PUBBLICITÁ

  

PUBBLICITÁ

Entro il 2024 l’isola turistica dovrebbe liberarsi di questo pericolo attraverso la realizzazione del Melita TransGas Pipeline, un gasdotto che collegherà Gela a Delimara. Il tubo sarà lungo circa 160 chilometri, di cui più di 150 chilometri correranno sotto il mare. Gli studi per l’ammontare di 4 milioni di euro sono stati interamente finanziati dall’Unione europea rientrando nelle opere di interesse comunitario, mentre i 400 milioni per la realizzazione, sulla scorta di un accordo raggiunto l’anno scorso dai regolatori di Italia e Malta, Arera e Rews, ricadranno interamente sul sistema maltese. Il nuovo gasdotto consentirà finalmente la connessione fisica di Malta al sistema gas europeo. Il progetto è stato messo in consultazione pubblica sia dall’Unione, che dai ministeri dell’Ambiente di Italia e Malta. In questi giorni verranno pubblicati i risultati. 

 

PUBBLICITÁ

Certamente ora c'è il nodo ambientale da sciogliere, e nuovi nimby lungo il tubo. Il gasdotto maltese quando arriverà in Sicilia con le sue tre stazioni a terra incontrerà un’area Sin, una riserva naturale gestita dalla Lipu, e un’area protetta sulla quale non basta che chi presenta un progetto includa provvedimenti che risanino l'impatto causato dalla nuova opera, ma come compensazione deve contribuire anche al risanamento delle criticità già presenti. Infine una parte dell’area marina è sottoposta a vincolo archeologico per la presenza di relitti che vanno dall’età greca alla seconda guerra mondiale.

 

Insomma una scena già vista con la Tap, dove invece a fare da tappo all’opera vi erano ulivi, alghe, e turisti. Per anni sia i grillini di Barbara Lezzi sia i diversamente grillini del governatore Michele Emiliano, hanno ostacolato l’arrivo del gas paragonando San Foca ad Auschwitz, e preconizzando la fine del turismo pugliese. Oggi che dopo centinaia di ricorsi persi il cantiere è finalmente concluso, a Melendugno il tubo neanche si vede. Addirittura con l’arrivo di Tap è diventata bandiera blu, e il Sindaco barricadero non riesce a limitare i turisti tanto da essere costretto a imporre un ticket per salvaguardare la falesia a rischio di Grotta della Poesia, la Sant Peter's Pool del Salento.

   

Ma in Sicilia sicuramente questi problemi non ci saranno. Del resto dopo il tubo del gas da Malta toccherà a quello per il tunnel, annunciato e voluto dal presidente Conte, sotto lo stretto di Messina.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ