La proroga dei contratti a termine, prevista nel Dl Rilancio, salta. Pd e M5s, per non scontentare Di Maio, sacrificano l’occupazione sull’altare della propaganda grillina
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri era sicuro di farcela, in fondo sospendere il “causalone” del decreto Dignità in una fase di crisi economica e di crollo vertiginoso dei contratti a termine è una scelta di buonsenso. Era già consentita una proroga dei contratti in scadenza durante il lockdown fino al 30 agosto, ma “è ragionevole pensare sia più sensato allungarla ulteriormente, fino alla fine di dicembre”, diceva il ministro in tv. D’altronde era anche uno dei punti su “occupazione e ripartenza delle imprese” del cosiddetto piano Colao, voluto e annunciato in pompa magna dal premier Conte: “Consentire (in deroga temporanea al decreto Dignità) il rinnovo dei contratti a tempo determinato in scadenza almeno per tutto il 2020”. Almeno. E invece niente, ha vinto di nuovo il M5s.
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