PUBBLICITÁ

Occhio al protezionismo che s’infila nel mercato interno (anche con un biglietto aereo)

David Carretta

Mano mano che gli stati membri adottano provvedimenti per rilanciare le loro economie, alcuni governi ne approfittano per introdurre misure mirate che avvantaggiano attori economici nazionali a danno dei concorrenti europei

PUBBLICITÁ

Bruxelles. Il mercato interno dell’Unione europea rischia di essere una delle grande vittime collaterali della reazione degli stati membri all’impatto economico del pandemia di Covid-19. Il problema non sono più le mascherine o i ventilatori polmonari, che avevano smesso di circolare liberamente nell’Ue a causa delle restrizioni alle esportazioni imposte da alcuni paesi – Germania e Francia in primis – all’inizio della crisi sanitaria per garantire il proprio approvvigionamento. Il problema non sono nemmeno i prodotti alimentari o pezzi di ricambio per le auto, che avevano iniziato a scarseggiare dopo la decisione unilaterale di diversi stati di reintrodurre le frontiere interne provocando centinaia di chilometri di code di camion carichi di merci. Il principale agente patogeno per il mercato interno sono gli aiuti di stato che di fatto favoriscono le imprese dei paesi (come la Germania) che hanno più margini fiscali. Ma c’è anche un virus più surrettizio: mano mano che gli stati membri adottano provvedimenti per rilanciare le loro economie, alcuni governi ne approfittano per introdurre misure mirate che avvantaggiano attori economici nazionali a danno dei concorrenti europei. Ma la Commissione di Ursula von der Leyen, che dovrebbe svolgere il ruolo di guardiano, per il momento preferisce evitare le infrazioni.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Bruxelles. Il mercato interno dell’Unione europea rischia di essere una delle grande vittime collaterali della reazione degli stati membri all’impatto economico del pandemia di Covid-19. Il problema non sono più le mascherine o i ventilatori polmonari, che avevano smesso di circolare liberamente nell’Ue a causa delle restrizioni alle esportazioni imposte da alcuni paesi – Germania e Francia in primis – all’inizio della crisi sanitaria per garantire il proprio approvvigionamento. Il problema non sono nemmeno i prodotti alimentari o pezzi di ricambio per le auto, che avevano iniziato a scarseggiare dopo la decisione unilaterale di diversi stati di reintrodurre le frontiere interne provocando centinaia di chilometri di code di camion carichi di merci. Il principale agente patogeno per il mercato interno sono gli aiuti di stato che di fatto favoriscono le imprese dei paesi (come la Germania) che hanno più margini fiscali. Ma c’è anche un virus più surrettizio: mano mano che gli stati membri adottano provvedimenti per rilanciare le loro economie, alcuni governi ne approfittano per introdurre misure mirate che avvantaggiano attori economici nazionali a danno dei concorrenti europei. Ma la Commissione di Ursula von der Leyen, che dovrebbe svolgere il ruolo di guardiano, per il momento preferisce evitare le infrazioni.

PUBBLICITÁ

  

L’Italia con il “decreto rilancio” è un buon esempio di come gli stati membri stanno sfruttando l’emergenza economica legata al coronavirus per aggirare le norme sul mercato interno. Aldilà dei tre miliardi di euro per creare la NewCo di Alitalia, l’ex compagnia di bandiera viene favorita da un’altra serie di norme. L’articolo 203 del “decreto rilancio” mira a imporre il contratto nazionale di Alitalia a tutti i vettori che operano in Italia, mettendo a rischio la sopravvivenza del business model delle low-cost. Contattata dal Foglio, la Commissione ci ha messo diversi giorni a rispondere, perché la questione riguardava diversi servizi (trasporti, affari sociali, mercato interno). Alla fine un portavoce ha spiegato che “è in contatto con le autorità italiane. Ci aspettiamo di ricevere informazioni più dettagliate (…). La Commissione verificherà se le nuove misure sono in linea con le regole europee e, se necessario, avvierà un dialogo con le autorità italiane”.

  

PUBBLICITÁ

Un problema analogo si è posto con il “bonus vacanze, dopo che il governo ha escluso piattaforme e portali digitali. La misura sembra fatta apposta per danneggiare Booking.com e Airbnb e favorire le vecchie agenzie di viaggio e i tour operator nazionali. La Commissione “appoggia gli sforzi degli stati membri per sostenere il settore” del turismo, ma le misure “devono applicarsi a tutti gli operatori in tutta l’Ue”, ha risposto un’altra portavoce. “Le prestazioni devono potere essere fatte da operatori non solo in Italia, ma anche di altri stati membri”, ha spiegato la portavoce: “I cittadini devono potere usare (i bonus) anche in altri stati membri. Questo è molto importante per essere in linea con il diritto europe”.

   

L’Italia non è il solo paese ad aver usato il Covid-19 per reintrodurre un po’ di protezionismo contro concorrenti europei. Nel settore aereo, aldilà degli aiuti di stato, si sono mosse anche Francia e Austria. Parigi ha annunciato una norma “ambientalista” per impedire alle low-cost di occupare le rotte lasciate libere da Air France: nessuna compagnia potrà più volare sulle tratte in cui esiste un’alternativa in treno di una durata inferiore a due ore e mezza. La Commissione non ha obiettato, ma ha detto che le eccezioni ambientali non possono restare in vigore per più di tre anni. Vienna ha fissato un prezzo minimo dei biglietti aerei a 40 euro per combattere il “dumping sociale e ambientale” delle low-cost. La Commissione ha spiegato al Foglio di essere “in contatto con le autorità austriache sulle loro misure sui prezzi dei biglietti aerei”.

  

Quando un portavoce dice che la Commissione è “in contatto” o ha chiesto “chiarimenti” alle autorità nazionali, significa che i funzionari sospettano una violazione delle regole europee. Ma poi c’è il livello politico – i commissari – che da anni hanno deciso di abbandonare le procedure di infrazione, preferendo il dialogo. I governi ne approfittano con ministri che fanno campagna nazionalistiche che vent'anni fa non sarebbero state tollerate da Bruxelles. Continuando così, tra aiuti di stato e aiutini normativi, quando sarà trovato un vaccino per il Covid-19, il mercato interno potrebbe trovarsi molto malato, e senza cura.

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ