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Lo stigma dei mercati con il Mes? Balle

Redazione

Irlanda, Portogallo e Spagna hanno usufruito del Mes. E stanno benone

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Uno spettro incombe sull’Italia, quello dello “stigma”, cioè la macchia indelebile per la credibilità del paese sui mercati internazionali se si accettasse la quota del Mes per motivi sanitari, linea speciale di credito senza condizionalità e tasso pari circa allo zero del Meccanismo europeo di stabilità, erede del vecchio Fondo salva stati. Lo spettro-stigma preoccupa in particolare i 5 stelle e Giuseppe Conte, fin qui fermi nel rifiuto, a meno che qualcun altro, la Spagna o meglio la Francia, non si macchino prima di noi. È un no che vorrebbe essere pragmatico non ideologico come invece quello di Matteo Salvini e Giorgia Meloni dettato da antieuropeismo, rozze nostalgie autarchiche, propaganda a mani basse circa invasioni della Wehrmacht travestita da Troika.

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Uno spettro incombe sull’Italia, quello dello “stigma”, cioè la macchia indelebile per la credibilità del paese sui mercati internazionali se si accettasse la quota del Mes per motivi sanitari, linea speciale di credito senza condizionalità e tasso pari circa allo zero del Meccanismo europeo di stabilità, erede del vecchio Fondo salva stati. Lo spettro-stigma preoccupa in particolare i 5 stelle e Giuseppe Conte, fin qui fermi nel rifiuto, a meno che qualcun altro, la Spagna o meglio la Francia, non si macchino prima di noi. È un no che vorrebbe essere pragmatico non ideologico come invece quello di Matteo Salvini e Giorgia Meloni dettato da antieuropeismo, rozze nostalgie autarchiche, propaganda a mani basse circa invasioni della Wehrmacht travestita da Troika.

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Eppure quella dello stigma è una balla bella e buona e le menti sottili di Palazzo Chigi non possono ignorarlo. I prestiti del Fondo salva stati che all’inizio si chiamava Efsf andarono nel 2011 a due paesi, Irlanda e Portogallo per un massimo di 85 e 78 miliardi, dopo che nel 2010 Unione europea, Fondo monetario e Bce prestarono 110 miliardi alla Grecia, raddoppiati negli anni successivi. Atene, e in parte Cipro, fu di fatto l’unica destinazione della Troika con i suoi tagli ad un welfare peraltro molto generoso.

  

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Altrove nulla di tutto questo. Nel 2011 lo spread irlandese superava i 700 punti, quello portoghese i 1.200. La Spagna chiese 100 miliardi nel 2012 per il sistema bancario, utilizzandone 42 rimborsati in anticipo, con buona pace dell’“ipoteca sui figli” by Salvini. Il suo spread sfiorava i 600 punti. Oggi lo spread irlandese è 48, quello portoghese 90, la Spagna poco sotto. Nonostante l’utilizzo del fondo con tutte le condizionalità. L’Irlanda ebbe nel 2011 un deficit del 32 per cento del pil, oggi supera di poco l’uno, con un debito al 65 per cento. Il suo reddito pro capite è migliore che nel Regno Unito. Il Portogallo pre Covid aveva raggiunto deficit zero riducendo il debito a 122. La Spagna, pur tenendo il deficit sempre intorno al tre (e allora i mastini della Troika?) ha ridotto il debito sotto al 100 per cento grazie alla crescita economica. Nessuno di questi paesi ha difficoltà a finanziarsi sui mercati. Di che stigma stiamo parlando?

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