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L’occasione di rivoluzionare il turismo

Redazione

Il fondo da 750 mln è una buona idea. A condizione di copiare dalla Spagna

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Con 33.166 strutture alberghiere e 2,25 milioni di posti letto l’Italia è prima in Europa per disponibilità turistica. Con 12 mila stabilimenti in 4 mila chilometri di costa ha un’offerta balneare da record. Considerando che la costa idonea a farci il bagno è di 900 chilometri, si tratta di uno stabilimento ogni 75 metri. Numero più che raddoppiato rispetto al 2000, quando erano 5.368.

 

A rendere appetibile impiantare ombrelloni e chioschi è il prezzo irrisorio delle concessioni, 25 mila, e la durata: teoricamente di sei anni dopodiché dovrebbero essere rimesse all’asta: ma come ha denunciato l’ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda l’erario incassa 103 milioni dalle concessioni, che hanno la proroga assicurata (ora si chiede di allungarla a 50 o anche 99 anni), grazie al federalismo balneare, cioè la regionalizzazione del turismo. Il primato di posti in albergo e sedie a sdraio non ha però impedito all’Italia di retrocedere nelle classifiche europee del turismo di massa dietro a Francia e Spagna in Europa, dove incalzano Grecia e Croazia. Il turismo che rappresenta il 13% del Pil, ora in crisi post Covid, chiede aiuto allo stato, che pensa ad un fondo di 750 milioni della solita Cdp. Il fondo investirebbe su modernizzazione e digitalizzazione di un comparto spesso lasciato al fai da te, alla polverizzazione e al lavoro nero.

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La Spagna decise di fare del turismo una priorità strategica negli anni 60, quando ancora c’era Francisco Franco, lasciando autonomia alle comunidad ma centralizzando la supervisione degli standard e l’offerta nelle trattative con governi e aziende straniere. Gli spagnoli studiarono anche l’Emilia-Romagna, poi decisero di andare oltre: non solo spiagge affollate ma campi da golf, relais, voli charter e un’agenzia pubblica che funziona. Il contrario dell’Italia dove ogni regione si muove per proprio conto alle borse turistiche mondiali. Ecco perché Spagna, Croazia e Grecia organizzano i corridoi per consentire ai turisti tedeschi e nordici di andare al mare mentre qui si parla di autarchici voucher vacanze. Se la Cdp riuscirà a rifondare il settore, evviva. Altrimenti saranno un altro soccorso pubblico.

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