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Perché così tante società italiane hanno la sede nei Paesi Bassi?

Maria C. Cipolla

Giustizia, amministrazione, fisco. L’Olanda ha messo a punto un regime vantaggioso già dagli anni 60, in particolare per le holding

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Cosa ha l’Olanda di così attrattivo per le società italiane? La questione va ben oltre Fca. La lista delle imprese “nostrane” che hanno sedi nei Paesi Bassi è lunga e non conosce barriere di settore o di tipologia di azionista: si va da Ferrari a Cementir, da Campari fino a Mediaset (MediaforEurope) e comprende anche le holding finanziarie di aziende controllate dal pubblico, come Eni e la sua controllata Saipem, che pur avendo sede legale in Italia e rimanendo “politicamente corrette” hanno in Olanda sussidiarie finanziarie che controllano al 100 per cento decine di società. “Intanto chiariamo che dal punto di vista fiscale viene preso in considerazione il luogo di controllo e gestione effettivo della azienda”, dice Carlo Garbarino, professore di diritto tributario alla Università Bocconi di Milano. “La sede legale in sé, esclusi gli Stati Uniti, conta poco. L’Olanda sicuramente ha messo a punto un regime vantaggioso già dagli anni 60, in particolare per le holding. Quindi dove posso localizzare cda e amministrazione, ma poi ho solo partecipazioni che mi danno dividendi, che sono esentati dalla tassazione per il principio della doppia imposizione” (mentre la tassazione sugli utili è al 20 per cento fino ai 200 mila euro, ndr).

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Cosa ha l’Olanda di così attrattivo per le società italiane? La questione va ben oltre Fca. La lista delle imprese “nostrane” che hanno sedi nei Paesi Bassi è lunga e non conosce barriere di settore o di tipologia di azionista: si va da Ferrari a Cementir, da Campari fino a Mediaset (MediaforEurope) e comprende anche le holding finanziarie di aziende controllate dal pubblico, come Eni e la sua controllata Saipem, che pur avendo sede legale in Italia e rimanendo “politicamente corrette” hanno in Olanda sussidiarie finanziarie che controllano al 100 per cento decine di società. “Intanto chiariamo che dal punto di vista fiscale viene preso in considerazione il luogo di controllo e gestione effettivo della azienda”, dice Carlo Garbarino, professore di diritto tributario alla Università Bocconi di Milano. “La sede legale in sé, esclusi gli Stati Uniti, conta poco. L’Olanda sicuramente ha messo a punto un regime vantaggioso già dagli anni 60, in particolare per le holding. Quindi dove posso localizzare cda e amministrazione, ma poi ho solo partecipazioni che mi danno dividendi, che sono esentati dalla tassazione per il principio della doppia imposizione” (mentre la tassazione sugli utili è al 20 per cento fino ai 200 mila euro, ndr).

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Tuttavia, spiega Garbarino, ora il modello è diffuso: regimi simili sono stati adottati anche dai tedeschi e dai francesi e anche in Italia i dividendi in entrata e le plusvalenze sulle cessione di partecipazioni non concorrono per il 95 per cento alla formazione del reddito e sono tassati all’1,2 per cento (ma per i residenti). La differenza è che l’Olanda prevede l’esenzione della tassazione anche per chi ha partecipate in paesi in cui si è tassati molto poco e che offre altri vantaggi collaterali, inclusa l’esenzione su interessi, dividendi in uscita e royalties. Ma c’è, ricorda Garbarino, anche una concorrenza di contesto regolatorio: “Le nazioni con le istituzioni più efficienti come sostenuto da Daron Acemoglu e James Robinson in ‘Perché le nazioni falliscono’ tendono ad attrarre investimenti”. “Ad Amsterdam”, concorda Marco Ventoruzzo, che sempre alla Bocconi insegna diritto internazionale comparato, “c’è una sezione del tribunale civile che consente di discutere tutte le cause in inglese. Lo stesso vale a Parigi e a Berlino. Noi abbiamo alcuni tribunali efficienti, penso a Milano, e questo potrebbe essere un driver importante per attrarre le società multinazionali”.

 

 

Il contesto culturale e di pubblica amministrazione ha un peso rilevante. Per esempio sulla giustizia amministrativa siamo, rispetto all’Olanda, letteralmente agli antipodi: l’ultimo rapporto annuale presentato nel 2019 dalla Commissione europea sull’efficienza della giustizia negli stati membri, vedeva l’Italia all’ultimo posto e i Paesi Bassi al primo. A questo si aggiunge un diritto societario che favorisce fortemente gli azionisti di controllo. Si tratta, ricorda Ventoruzzo, delle “azioni a voto multiplo o loyalty shares che consentono a un azionista che detiene i titoli da un determinato tempo minimo di vedersi moltiplicati i diritti per azione: è un profilo attraente dal punto di vista degli azionisti di controllo, ma criticato dagli investitori istituzonali che contestano un disallineamento tra investimento e potere di voto. Ci sono infiniti studi che valutano i benefici e i costi di questo sistema, ma la mia sensazione è che siano difficilmente conclusivi. Questo approccio incentiva la stabilità e gli investimenti a lungo termine, minimizza la volatilità. Sulla governance, poi, vi sono requisiti meno stringenti: per esempio non si prevede il voto di lista che consente alle minoranze di nominare un loro rappresentante, un elemento del diritto italiano che considero positivo”. L’attrattività dell’Olanda, secondo il professore, sta nel mix di fattori: ammistrativo, fiscale e regolatorio. “Contano le norme scritte, ma più ancora come sono attuate, sia dai giudici che dalle autorità di controllo. Uno studio della stessa Consob ci classifica come il paese che chiede i prospetti informativi più lunghi. Si potrebbe dire che è un modo per tutelare gli investitori, ma il rischio è che sia un modo delle società per togliersi le responsabilità: noi lo abbiamo scritto, faccio uno sforzo in meno”.

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E invece il premier Giuseppe Conte ha promesso, durante l’ultima conferenza stampa, proprio uno sforzo in più per diventare più attrattivi. Nel mondo della “deglobalizzazione”, dove è ripartita la corsa per riportare gli investimenti produttivi sul proprio territorio, come ricorda Garbarino, più che a competere con l’Olanda fiscalmente bisognerebbe provare a concorrere sugli altri piani, quelli più utili a tutti i cittadini.

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