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"Il Def è un bagno di realtà", dice Boccia

Il presidente di Confindustria: "Bene l'operazione verità del governo. Ma sulla flat tax c'è il nodo risorse"

Meglio un'operazione verità di una realtà negata. Per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, il documento di economia e finanza approvato ieri dal consiglio dei minsitri è "un bagno di realismo", "un'operazione verità determinante per il paese e per il governo stesso". Il "Def del disincanto" prende atto della recessione che sta investendo il paese e certifica un aumento del disavanzo, del debito pubblico, della pressione fiscale, dello spread e l'impatto praticamente nullo delle principali misure della manovra sulla crescita. Gli unici due provvedimenti che secondo il documento potrebbero produrre un punto decimale di crescita aggiuntiva, portando il pil nel quadro programmatico allo 0,2 per cento, sono il “decreto crescita” e lo “sblocca cantieri”. "E' evidente che ora lo stesso governo prevede un incremento della crescita dato il “decreto crescita” e lo “sblocca cantieri” di cui le aspettative chiaramente si elevano nella logica della previsione futura e sia sulla competitività del paese – ha commentato Boccia, a margine delle assise di Confindustria Piemonte – Speriamo che questi due provvedimenti siano all'altezza delle previsioni che il governo fa". 

         

Intanto del documento licenziato dal Cdm si sono perse le tracce della cosiddetta flat tax: poche parole e nessun numero, almeno nella bozza di uscita dal ministero dell'Economia e finanza. Un elemento che mette a nudo come lo spazio fiscale per nuove misure sia terminato. "In linea teorica siamo favorevoli alla flat tax – ha detto a riguardo Boccia – ma c'è il nodo risorse. Abbiamo una manovra finanziaria di fine anno che impatta per circa 23 miliardi sulle cosiddette clausole di salvaguardia Iva, occorre capire le risorse dove si prendono. Evidentemente una riforma fiscale complessiva vale la pena farla per il paese" ma tenendo in mente "due assi, ovvero imprese e lavoratori". 

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