Foto Imagoeconomica

Borse in calo in attesa di Fed, Bce e l'accordo sulla Brexit

Mariarosaria Marchesano

Per il presidente di Confindustria Boccia non servono aggregazioni bancarie per mettere in sicurezza il sistema ma un'operazione di crescita che stimoli lo sviluppo del credito

Milano. Borse europee in calo in questo inizio settimana con Piazza Affari che perde lo 0,5 per cento dopo le prime due ore di negoziazione sulla scia dell'attesa dei numerosi dati macroeconomici relativi alla zona euro. Tanti gli argomenti al centro dell'agenda economico finanziaria di fine gennaio in grado di muovere i listini. Negli Stati Uniti, mentre è il corso un accordo temporaneo sullo shutdown che dovebbe portare un po' di ottimismo a Wall Street nella settimana che sarà contraddistinita da alcune trimestrali importanti come quella di Apple (martedì), gli investitori guardano con attenzione alla Fed che mercoledì prossimo riunirà per la prima volta quest'anno il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale americana, che dovrebbe confermare il ritorno a una politica accomodante sui tassi, come anticipato da dichiarazioni del presidente Jerome Powell. Sempre mercoledì sbarcherà a Washington la delegazione cinese, per trovare un'intesa sulla delicata partita dei dazi nel tentativo di evitare un nuovo aumento dei dazi all’inizio di marzo.

 

In Europa si attende soprattutto il voto del Parlamento inglese sul piano B per la Brexit, mentre si fa sempre più largo la preoccupazione che l'uscita del Regno Unito dall’Ue senza un accordo di divorzio possa inasprire il clima sociale. Se il no-deal provocherà quest’ondata di caos, nel paese potrebbe essere introdotta la legge marziale, un’ipotesi sulla quale il Governo non sta lavorando nello specifico, ma che rimane comunque sul tavolo delle opzioni, secondo quanto confermato dal ministro della Salute Matt Hancock.

 

In questo contesto i listini del Vecchio Continente sembrano prestare più attenzione all'atteggiamento morbido sui tassi da parte della Bce e alle possibili nuove misure di sostegno all'inflazione che ai rischi per l'economica segnalati dal presidente Mario Draghi. A Piazza Affari male l'indice bancario che lascia sul terreno oltre un punto percentuale. Maglia nera per Unicredit, vendite anche su Banco Bpm e Intesa Sanpaolo. Per quanto riguarda le ipitesi di aggregazioni per la messa in sicurezza del sistema di cui si discute da qualche settimana, il pesidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha così commentato: "Serve un'operazione di crescita del Paese da cui deriva il credito - ha detto - E' evidente che il la fine del quantitative easing della Bce potrebbe comportare un rallentamento e una maggiore selettività del credito, quindi  a maggior ragione bisogna investire sulla crescita, che  determina il credito. Non è il credito che determina la crescita".

 

Tra i ribassi maggiori sul listino milanese, Prysmian e Tenaris. Sulla parità invece, Generali, Enel, Snam ed Eni all'indomani dell'accordo per rilevare una quota nelle attività di raffinazione di Abu Dhabi National Oil Company. Tra i titoli in luce Azimut dopo che alcuni broker hanno rivisto al rialzo target e raccomandazioni, bene Buzzi Unicem, corre la Juventus che con la vittoria sulla Lazio allunga sulla seconda in classifica.

Di più su questi argomenti: