Foto di Fred Romero via Flickr

Investitori guardinghi sulla credibilità del governo gialloverde

Mariarosaria Marchesano

Pressione sui titoli di stato. Dopo Blackrock, anche Intermonte esprime timori sulle dinamiche del mercato del reddito fisso troppo condizionato dall’incertezza politica italiana

Milano. Il colosso mondiale Blackrock attenderà l’approvazione della Finanziaria da parte del governo in ottobre prima di decidere se tornerà a investire sui titoli di stato italiani. Lo ha spiegato ieri a Milano Bruno Rovelli, il responsabile degli investimenti di Blackrock Italia, il quale ha anche precisato che bisogna essere “molto cauti per quanto riguarda la situazione italiana, che è ancora in divenire e denota una certa ambiguità”. A poche ore da quest’analisi, una nuova ricerca di Intermonte fa il punto sui timori degli investitori per quanto riguarda l’andamento del mercato dei titoli del debito pubblico del nostro paese.

  

Lo strategist Antonio Cesarano comincia la sua analisi prevedendo che a livello globale, dopo le turbolenze di giugno e luglio, ci sarà una fase di “stabilizzazione temporanea” in vista della ripresa d’autunno. Le tensioni potrebbero tornare nell’area euro quando in previsione di “importanti appuntamenti tra cui l’iter di approvazione delle legge di bilancio italiana e le elezioni in in Baviera il 14 ottobre”. Tenendo questo quadro sullo sfondo, lo strategist dedica una riflessione retrospettiva al settore del reddito fisso su cui anche Blackrock ha acceso i riflettori. “Le tematiche politiche hanno inciso pesantemente sull'andamento dello spread e in particolare in alcune parti del mercato. Il differenziale sul comparto decennale è così tornato in area 300 punti base a fine maggio, con penalizzazioni più marcate sul breve termine nelle fasi più acute della crisi”. Che cosa vuol dire? Che i rendimenti dei buoni del Tesoro sono scesi e che gli investitori ci hanno perso un sacco di soldi, motivo per cui ora sono guardinghi.

   

Ma non è finita. Cesarano va più a fondo e dice che “ad essere intaccata “è stata non soltanto la superficie ma anche la struttura del mercato”. La spiegazione? “In particolare, “è emerso un drastico calo dei volumi sia in termini assoluti, sia in termini assoluti, sia in termini relativi. Il Btp future decennale, infatti, dagli inizi di giugno ha raramente superato i 100 mila contratti giornalieri”. E per finire: “Il volume di scambi si è attestato a poco più della metà dell'Oat future (cioè titoli di stato emessi dallo stato francese), andamento esattamente opposto a quello registrato in media nei primi cinque mesi del 2018”.

          

Siccome però poi i mercati si muovono in fretta, sul fronte tassi/spread la situazione potrebbe migliorare grazie a minori tensioni politiche e ai segnali positivi che arrivano dai dati macroeconomici. Così, precede il report di Intermonte, lo spread potrebbe ridimensionarsi a 200 punti base aiutato magari dalla consueta riduzione dell'offerta di emissioni nel mese di agosto. Se tutto andrà bene, i rendimenti dei titoli italiani a 10 anni su livelli (più elevati entro i prossimi 30-40 giorni. 

    

Intanto, proprio ieri il Tesoro ha piazzato sul mercato Bot a 12 mesi per 6 miliardi di euro ad un tassi dello 0,337 per cento in calo rispetto a 0,55 per cento di un mese fa ma in effetti non comparabile rispetto ai livelli negativi (meno 0,4 per cento) raggiunti dagli stessi titoli nella fase di turbolenza che ha preceduto la formazione del governo. 

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