Chi non si lagna, corre
Salute, pil e ottimismo razionale. Non è lamentandosi che si crea occupazione e si fa ripartire l'economia. I bei tempi andati sono oggi. La versione di Ridley e Pinker.
Roma. “Credo tuttavia che non sia mai trascorso un lustro senza che fosse pubblicato un libro od opuscolo, scritto per di più con abilità sufficiente a ottenere un certo consenso dal pubblico, che pretendesse di dimostrare che la ricchezza della nazione era in rapido declino, che il paese si stava spopolando, che l’agricoltura era trascurata, l’industria in decadenza e il commercio in rovina”. Così scriveva Adam Smith ne “La ricchezza delle nazioni” e dopo quasi 250 anni non è cambiato molto: i giornali, le librerie e le televisioni sono pieni di catastrofisti e profeti di sventura che annunciano disastri di ogni tipo e immaginano un futuro buio. Ci sono però studiosi che basandosi sui fatti, sui risultati raggiunti, sugli obiettivi a portata di mano e sulle capacità degli uomini di risolvere i problemi, immaginano un futuro migliore.
Sono ottimisti razionali. Come Matt Ridley, Lord inglese, zoologo e divulgatore scientifico, e Steven Pinker, psicologo evoluzionista a Harvard e storico della violenza. Proprio Pinker e Ridley hanno esposto la loro visione positiva in un dibattito sul progresso, che tra poco diventerà anche un libro (“Do humankind’s best days lie ahead?”). “Intendo convincervi che i migliori giorni per il genere umano devono ancora venire – dice Pinker rivolto alla platea e presto ai lettori – L’unico modo per comprendere il destino del mondo è attraverso numeri e fatti. Significa mettere insieme gli eventi positivi e negativi nel tempo e identificare le forze che li stanno facendo avanzare. Fatemi fare ciò per dieci cose positive della vita”.
Quinto, la sicurezza. I livelli globali di crimini violenti stanno calando rapidamente in molti paesi. I principali criminologi del mondo hanno calcolato che, entro trent’anni, possiamo ridurre il livello di omicidi della metà. Sesto, la libertà. Nonostante arretramenti in alcuni paesi, l’indice globale della democrazia è ai livelli più alti di sempre. Più del 60 per cento della popolazione globale vive in società aperte, la più alta percentuale mai registrata. Settimo, la conoscenza. Nel 1820, solo il 17 per cento della popolazione aveva un’istruzione di base. Ottavo, i diritti umani. Sono in corso campagne globali contro il lavoro minorile, la pena di morte, la tratta umana, la violenza contro le donne, la mutilazione genitale femminile e la criminalizzazione dell’omosessualità. Nono, l’eguaglianza di genere. Statistiche da tutto il mondo mostrano come le donne ricevano una migliore educazione, si stiano sposando più tardi, guadagnino di più e si trovino in più posizioni di potere e influenza”. Da ultimo, Pinker cita l’andamento dell’intelligenza: “In ogni paese il QI sta aumentando di tre punti ogni decennio”.
La vita ha continuato a migliorare per la vasta maggioranza della popolazione. La mortalità infantile è diminuita di due terzi in 50 anni. Gli sversamenti di petrolio nell’oceano sono diminuiti del 90 per cento dagli anni 70. Un oggetto delle dimensioni di una fetta di pane ti fa mandare lettere, conversare, vedere film, orientare, fare foto e far sapere a centinaia di persone cosa mangi per colazione. Cosa sta peggiorando? Il traffico e l’obesità; problemi dell’abbondanza”. Ridley, autore del bestseller “Un ottimista razionale” (Codice edizioni) spiega perché il futuro sarà un posto migliore: “La cosa divertente è che molti miglioramenti sono graduali, e non fanno notizia. Le cattive notizie tendono a essere improvvise. Gli incidenti aerei riempiono i giornali, non la mortalità infantile in calo. La disuguaglianza globale è in calo. La marcia della prosperità sta accelerando. Il mio ottimismo nel futuro non è basato sull’osservazione del passato. E’ basato sul perché queste cose stiano accadendo.
L’innovazione, spinta dagli incontri e scambi tra idee che partoriscono idee, è il loro combustibile. C’è un’infinità di modi di ricombinare le idee per farne di nuove, e non dobbiamo più fare affidamento solo su europei e nordamericani. Internet ha aumentato la velocità con la quale le persone si possono parlare e scambiare idee. Oggi, le invenzioni avvengono ovunque e noi ne stiamo beneficiando”. Conclude Ridley: “Vi verrà detto che questa generazione è quella che vivrà peggio di quella dei suoi genitori. Ogni generazione pensa di trovarsi a un punto di svolta, che il passato vada bene, ma che il futuro sia buio. Filtriamo il passato per trovare memorie piacevoli e il futuro per previsioni tetre. E’ una strana forma di narcisismo. Dobbiamo credere che la nostra generazione sia quella speciale, dove avviene il punto di svolta. Temo che non sia altro che una sciocchezza”.