Ostacolare il contante è dannoso
Un modo di procedere poco auspicabile per qualsivoglia riforma che limita ope legis le scelte dei cittadini. In generale, rendere più onerosi i pagamenti in contante per combattere l’evasione è inefficiente. Un po’ come riempire l’autostrada di dossi per far rispettare i limiti di velocità. Il provvedimento potrebbe servire al fine, ma esistono misure alternative più dirette e meno intrusive. Lo strumento naturale per la lotta all’evasione è la Guardia di Finanza. Essa impiega circa 70.000 dipendenti, contro i 90.000 dell’Internal Revenue Service (Usa) che controlla una popolazione 5 volte più grande (pil circa 8 volte più grande). Se il governo volesse rassicurare i cittadini che le finalità del provvedimento non sono un regalo agli evasori, potrebbe accompagnarlo a misure che inaspriscano le pene per gli evasori, migliorare il funzionamento della Guardia di Finanza, rimuovere i vincoli alla diffusione della grande distribuzione o delle associazioni di professionisti, dove gli strumenti di pagamento elettronico sono la regola e non l’eccezione. Fa riflettere che il contante sia amato anche in paesi a bassa evasione, come in Austria e in Germania, che evidentemente hanno risolto il problema dell’evasione fiscale in altro modo.
[**Video_box_2**]Ben vengano le innovazioni finanziarie sui pagamenti al dettaglio: carte di credito, Pos, Paypal, ecc. sono strumenti che facilitano la vita quotidiana e la loro diffusione è utile a moltissimi cittadini. Se questi aiutano a combattere l’evasione, ancora meglio! Ma non si pensi che il contante sia necessario solo ai delinquenti. Esso è utile per milioni di persone oneste, molte delle quali anziane, forestiere o poco scolarizzate. Ostacolare l’uso del contante in modo coatto non sembra necessario e nemmeno efficiente.
Francesco Lippi è professore all’Università di Sassari