(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

La visita negli Usa dimostra che per Meloni la vittoria di Biden è stata una fortuna

Giuseppe De Filippi

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Resipiscenza da record nel viaggio a Washington di Giorgia Meloni, col passaggio ormai compiuto nel campo degli strettissimi rapporti atlantici e con una perfetta intesa con quel Joe Biden osteggiato nella campagna elettorale americana. Con il corollario per cui all’ottima intesa con Washington corrisponde anche una serie di scelte di continuità anche all’interno dell’Ue. L’atlantismo interpretato dalla presidenza Biden non prevede l’idea un po’ pazzoide di smontaggio dell’Ue per realizzare rapporti diretti uno a uno con gli stati europei (quella era roba trumpiana), ma cerca di rafforzare tutti gli schemi bilaterali attraverso la stabilizzazione della linea politica europea. Ma, insomma, se si ribalta ciò che si diceva durante la propria campagna, in Italia, figuriamoci se non si può seppellire nell’oblio ciò che a distanza e per interposto Trump si diceva in quella americana. Qualche cena fa parlavamo della fortuna di Meloni, nel caso specifico per la sconfitta elettorale dell’imbarazzante Vox. Ma, guardando più indietro, è stata una fortuna altrettanto rilevante la vittoria di Biden. Pensate che razza di pressioni avrebbe esercitato Trump dalla Casa Bianca sul paese con la leader di cui avrebbe ritenuto di essere una specie di ispiratore (e speriamo che non ci torni alla Casa Bianca). Domani il Foglio ne parlerà con un’analisi approfondita, per noi a cena basta questo spunto.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Giorni concitati e progetti che saltano da un fondo all’altro, ma il Pnrr italiano è rimasto nei binari. Non è poco ed è una notizia di un certo peso. Giorni fa un presidente di commissione leghista, cioè del partito che tuttora ha esponenti dichiaratamente anti-europei, parlava con sana concupiscenza della liquidità in arrivo con la terza rata del Pnrr come di una dotazione salvifica per la gestione di cassa dello stato italiano. E oggi è arrivato anche il riconoscimento del commissario europeo Paolo Gentiloni (non propriamente di matrice meloniana) ai risultati raggiunti dal governo italiano, anche con la revisione degli obiettivi. Erogazione della rata e giudizio positivo sulla rimodulazione sono, per Gentiloni, “due passi avanti importanti per Roma”.

Fatto #2

Togliere sanzioni penali nelle questioni tributarie è una misura che aiuta il fisco, anche se la retorica delle punizioni esemplari e dello stato inflessibile va in un’altra direzione. Nelle ultime ore di discussione in commissione al Senato sulla delega fiscale è la novità più importante. Se ne discuterà molto e ci saranno scontri politici sul tema. I tempi, comunque, sembrano alla portata della maggioranza, col passaggio finale alla camera per la terza lettura entro la pausa di agosto. E con la possibilità, perciò, di avere da gennaio una prima parte della delega già trasformata in legge e con effetto sui rapporti tra stato e contribuenti.

Fatto #3

Cosa ci dice il golpe in Niger sui metodi delle forze sostenute dalla Russia.

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