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di cosa parlare stasera a cena

La presa di posizione di Meloni sui casi La Russa e Santanchè

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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A cena si aspettava da un po’ di poter parlare di Giorgia Meloni. Perché su due questioni, riassumibili nei cognomi La Russa e Santanchè, tutti volevamo capire come si sarebbe schierata, non potendo prolungare il silenzio oltre il ragionevole (ma una quota di ragionevolezza e di opportunità al silenzio va riconosciuta, anche perché si tratta di due vicende per le quali è molto corretto avere tutte le informazioni possibili prima di parlare). Oggi Meloni ha dato le risposte attese. E bisogna riconoscere che esce dalla strettoia in cui era finita con argomenti e con scelte chiare. Nella vicenda La Russa le sue parole di vicinanza alla ragazza sono forti. “Tendo a solidarizzare per natura con una ragazza che ritiene di denunciare e non mi pongo il problema dei tempi”, e questo è ciò che va detto (e pensato) specialmente se si ha l’ufficio a Palazzo Chigi. Mentre la critica a Ignazio La Russa c’è, e resterà come questione sospesa tra i due, quando Meloni dice che “pur comprendendo la sua sofferenza non sarei intervenuta nella vicenda”. Insomma, era meglio che il presidente del Senato evitasse quelle dichiarazioni con cui effettivamente ha preso la scena nei primi giorni, ma su tutti gli errori c’è la comprensione dovuta a chi sta provando una grande sofferenza personale. Mentre per Santanchè la scelta della premier è meno forte e netta. Non ritiene un avviso di garanzia motivo di dimissioni. Sul merito dei fatti contestati al ministro del turismo si tiene un po’ a distanza. Questo sembra un errore, ma ancora gestibile, perché la sostanza della gestione aziendale di Santanchè non sembra compatibile, in base a criteri politici, con il ruolo di ministro. Ma, appunto, siamo nell’ambito dell’opportunità politica e delle scelte di cui rendere conto agli elettori e solo ad essi. La rottura del silenzio sulle vicende calde permette a Meloni di ribadire, superati almeno gli scogli mediatici, l’impegno suo e del governo per la riforma della giustizia. Con calma e cercando di togliere dal terreno tutte le questioni che potrebbero inquinare il giudizio politico dalla riforma.

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Le tre "cose" principali

Fatto #1

Tutto questo è emerso dall’incontro con i giornalisti al vertice Nato di Vilnius, dove, ovviamente, il centro dell’attenzione era su tutt’altro, con un percepibile desiderio di tutti i leader presenti, compreso Volodymyr Zelensky, per rafforzare l’enfasi sui risultati raggiunti anziché sulle delusioni. Il britannico Rishi Sunak risolve la questione con una specie di dichiarazione di fiducia e di principio sull’adesione dell’Ucraina alla Nato (i fotografi Nato, poi, ci sanno fare)

L’adesione alla Nato dell’Ucraina è più che una prospettiva, ma le parole vanno ben pesate. E comunque in questa fase conta anche e di più il sostegno diretto

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Fatto #2

Cosa e quanto si impara nelle scuole italiane

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Fatto #3

I commenti prevalenti oggi sulla stampa mondiale indicavano che con l’inflazione avremo a che fare per un bel po’ e gli argomenti erano tutti ben fondati. Ma, almeno per gli Usa, le cose hanno preso una piega completamente diversa, con un calo imprevisto e molto forte nella crescita media dei prezzi

 

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