(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Il Made in Italy, fissazione e maledizione del governo Meloni

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Come tutti i governi quello guidato da Giorgia Meloni è costretto a correre dietro a guai emergenziali, con tutta l’attenzione (e qualche tweet devastante di Matteo Salvini) dedicata agli aiuti per le zone colpite dall’alluvione. Ma vanno avanti iniziative di medio e lungo termine nelle quali si trova di più il tentativo di caratterizzarsi di questa nuova stagione politica. C’è il decreto per il ponte sullo Stretto, tema non nuovo ma reinterpretato da questa maggioranza. E c’è un multiforme intervento per il già multiforme Made in Italy. La definizione dell’insieme dei prodotti italiani è una fissazione e anche un po’ una maledizione per questo governo. Il provvedimento voluto dal ministro Adolfo Urso ha qualcosa di celebrativo, come l’istituzione del 15 aprile come giornata del Made in Italy, e altro di pure troppo concreto, come 274 milioni per adeguare il più antico strumento di sostegno agli investimenti delle aziende, la legge Sabatini, al quadro modificato dall’inflazione. E comprende il bollino per i ristoranti italiani all’estero (lo otterranno dimostrando al ministero che usano solo prodotti italiani certificati, ma, trattandosi di imprenditori attivi in altre nazioni e con altre legislazioni il bollino non potrà essere altro che un’altra etichetta adesiva da mettere sulla porta d’ingresso) e nientemeno che un Fondo sovrano per capitalizzare aziende strategiche, che dovrà in gran parte trovare sul mercato la sua forza finanziaria. Insomma, un centone di interventi a favore delle imprese, almeno nelle intenzioni, ma realizzato non in chiave liberale e concorrenziale ma in quella moderatamente sovranista e blandamente autarchica.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La situazione ancora molto grave dell’Emilia-Romagna. Dal Foglio tutti gli aggiornamenti.

Fatto #2

Carlo Calenda deve correre a far la pace con qualcuno, scelga lui chi, ma una rappacificazione ci vuole, per non privarci del suo caustico buon senso, della sua logica politica elementare ma resa graffiante con l’assertività. Sul Foglio oggi ne parlava un accorato Giuliano Ferrara e voi parlatene a cena, se vi capita l’occasione.

Fatto #3

L’iniziativa diplomatica che coinvolge Russia e Ucraina, con la mediazione turca e il patrocinio Onu, va avanti per altri due mesi. È quello che comunemente si chiama accordo per il grano e serve a tutelare il trasporto civile navale nel Mar Nero. 

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