(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Draghi ribadisce la linea in Parlamento: atlantisti, europeisti e con l'Ucraina

Giuseppe de Filippi

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Mario Draghi va in Parlamento a ribadire la linea governativa su Ucraina, Europa, Nato, senza concedere nulla nella direzione dei cambi di strategia chiesti dai 5 stelle (sì, quelli rimasti, poi ne parliamo). Quelli lì restano un po’ appesi, tra il nulla confuso di ciò che chiedevano e il tantissimo, ma ancora più confuso, di ciò che, intanto, su di loro rovesciava Beppe Grillo. Il primo motore del populismo realizzato e del Vaffa politicizzato è restato lì, come il Nerone dei film anni Cinquanta, le rovine da lui stesso create, e ora lasciamolo alla sua malinconia senza cura. I suoi, in aula, tentano di risollevare con l’esaltazione del parlamentarismo (ma non dovevano aprire Montecitorio con l’apriscatole?) la difesa di interessi e influenze, da quelli russi e cinesi in giù.

 

La mozione finale vede la conferma dell’impegno governativo come descritto da Draghi. L’unico effetto concreto nella vita politica italiana è, come si diceva, la divisione dei 5 stelle e, forse, il cambio del perimetro della maggioranza, ma questo non è detto, perché, almeno per ora, i contiani potrebbero restare, con una buona dose di ipocrisia, tra i sostenitori del governo. E, tra una cosa e l’altra, si ricorda che le sanzioni stanno avendo effetti di rilievo e che vanno mantenute, senza cadere nelle trappole della propaganda russa.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Scoop fogliante di cui parlare a cena. Luigi Di Maio prova a fare qualcosa di utile e con qualche senso politico (per quanto riguarda il futuro, vedremo, come per l’entità dell’insieme) dalle macerie del populismo e del vaffa. Criticarlo e sbeffeggiarlo è semplice e molto portabile in società, ma si raccomanda anche un po’ di comprensione per un tipo che tenta di misurarsi con la trasformazione alchemica di tanta robaccia anti-politica in una specie di centrismo moderato e organicamente draghiano. Insomma, mica è una banalità.

 

Fatto #2

La linea italiana e quella europea non cambiano, ma sono i fronti a modificarsi, mentre un paese come la Germania comincia a uscire da certe ambiguità nei rapporti con la Russia. Succede che la Lituania venga messa sotto pressione con dichiarazioni minacciose da parte russa, ma il suo governo tiene duro sul blocco commerciale e logistico verso il vicino territorio russo. In sede europea, poi, avanzano le candidature di Ucraina, Moldova e Georgia, per l’adesione all’Ue. L’ambasciatore ucraino in Germania fa sapere che sono stati consegnati i primi Panzerhaubitze tedeschi e che, perciò, la Germania diventa fornitrice di armi pesanti e con elevato impatto bellico.

 

Fatto #3

Tortura e disprezzo per la persona e per la legge (Filippo Sensi è il parlamentare italiano che non ha mai lasciato cadere l’attenzione sulla situazione di Patrick Zaky). Sembra una cosa interessante (la Tunisia non ha più l’Islam come religione di stato).

 

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