(foto LaPresse)

I pescatori liberati in Libia e Macron positivo al Covid

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Giornata aperta con la lettera di Matteo Renzi e proseguita con la liberazione dei pescatori (quasi tutti italiani, ma tutti a bordo di pescherecci italiani), detenuti illegalmente in Libia. Insomma, anche il filo della crisi o non crisi passa per questi fatti e per il modo in cui si sono concatenati. Il presidente del consiglio, partito a sorpresa per la Libia assieme al ministro degli esteri Luigi Di Maio, ha potuto ben piazzare la sua comunicazione volando alto sui temi nazionali e sull’agenda della crisi o non crisi. L’effetto durerà per un po’, anche perché il terzo appuntamento della giornata è quello con le decisioni sulle ulteriori restrizioni natalizie e di fine anno. Anche in questo l’impegno per risolvere la questione dei pescatori può dare un fondamento, che non suoni come una scusa, per i ritardi e le contraddizioni con cui il governo sta arrivando alle decisioni sulle regole più restrittive per le feste. C’è una convocazione del consiglio dei ministri per domani e fa pensare che sarà finalmente il gioco delle scelte. 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Giuseppe Conte fa circolare la foto dei liberati. Torneranno con le loro barche. Tutti si felicitano, chi con più discrezione tra sé e sé e chi in modo più appariscente e assertivo. Trattandosi di operazione che è stata condotta, come era logico, con riservatezza, i toni discreti ci piacciono di più. 

 

Fatto #2 

Ecco la lettera di Renzi prima facebookata poi twitterata con l’aggiunta di un #VisioneNonRimpasto che dava il senso tattico e politico della sua iniziativa ma forniva anche una via d’uscita rispetto a posizioni espresse in modo troppo ultimativo. Come sempre le posizioni di Renzi sono farcite di buone idee e di toni aspri, non da alleato, diciamo. Comunque per Conte la cosa più saggia sarebbe quella di prendere sul serio e anche far proprie almeno alcune tra le proposte renziane, intanto perché sono buone idee e poi per depotenziare la rissa nella maggioranza. Chissà se lo capiranno mai ma lo stesso discorso vale per i 5 stelle. Hanno abbandonato tanti tabù e, come si sa, in questi giorni alcuni di loro sono tornati a chiacchierare con quel Matteo Salvini con cui fecero già il peggiore governo della storia repubblicana, e allora perché non fare un altro sforzetto di rinnovamento intellettuale e provare a iniettarsi qualche dose, perfino, di renzismo. Che ci vuole, dopotutto. E c’è anche il Pd, con le “cose da fare, ora” e quindi un’altra agenda governativa per i prossimi mesi. Cosa che farebbe pensare all’intenzione di mandare avanti l’esperienza di governo, tra l’altro c’è l’uso del Mes tra ciò che va fatto a parere del Pd. 

 

Fatto #3

Anche oggi i giornali erano pieni di pensosi corollari alle interviste di Giancarlo Giorgetti. In giro si ragiona su nuove maggioranze, si fanno nomi. Ma tutto poi va a sbattere con i leghisti, nella loro incarnazione futurista e dannunziana. Il Senato si ferma, il dialogo è parola che farebbe ridere solo a citarla, mentre si contempla il modo in cui intendono contribuire alla nascita di chissà quale altro governo. 

 

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