Donald Trump (foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

Il botta e risposta Tria-Di Maio e la nuova guerra commerciale di Trump

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Wow! stiamo peggio della Grecia (su alcuni titoli l'Italia paga un differenziale in più rispetto all'emissione della Grecia).

 

 

L'opposizione sonnecchia omericamente (siamo buoni qui a dicosaparlare) e forse ha un tale timore di intralciare qualsiasi provvedimento che abbia a che fare coi pagamenti dell'Amministrazione pubblica da non accorgersi della parolina mefitica, i minibot, e tutto ciò che comportano, inserita in una banale mozione parlamentare. E quindi sonnecchiando sciaguratamente  anche l'opposizione vota e quando poi la parolina, e tutto ciò che ne consegue, arriva sui giornali internazionali bisogna correre ai ripari, perché anche un millesimo di sospetto sui preparativi per far uscire l'Italia dell'euro è sufficiente a peggiorare le condizioni di mercato per i titoli italiani, e lo spread registra il problema.

 

Eccola la mozione che ha scosso la già non granitica fiducia nell'Italia.

 

 

In molti osservano allibiti.

 

Distrazione o errore, insomma, la mezza frittata è fatta, e scopriamo che sui mercati finanziari è indicato proprio come un pericolo specifico quello dell'emissione di una moneta parallela. Scopriamo, come si diceva prima, anche che c'è quella sgradevole convergenza verso la parità dello spread italiano con quello greco.

 

 

Finché a metà mattinata non deve essere lo stesso ministero dell'economia a provare mettere la pezza che dovrebbe essere quella definitiva (ma le smentite, si sa...).

 

 

Ma la fascinazione per la moneta cattiva, com'è noto, ha una lunga storia.

 

D'altra parte, facendo un passetto indietro, il Foglio l'aveva notato e scritto che Salvini, anziché darsi una regolata, come tutti i vincitori di elezioni, si era vieppiù affidato ai suoi parlamentari/consiglieri più esaltati nella battaglia contro l'euro e contro le regole di bilancio europee.

 

 

E anche la Banca d'Italia aveva detto la sua.

 

 

Ma, appunto, minibot o no, le politiche sovraniste fanno danni anche senza scivoloni bruschi come quello su quelli che il Mef definisce "titoli di stato di piccolo taglio", come si poteva notare dal crescendo di preoccupazioni e avvertimenti messo in mostra stamattina durante la lettura delle considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, e che erano state già preparate prima che partisse quest'ultima grana internazionale. Ecco come òe ha raccontate in presa diretta Claudio Cerasa.

 

  

Perché mentre ci si trastullava con queste sciocchezze (pericolose, ma sciocchezze) provvedeva l'Istat a rimetterci coi piedi molto per terra, rifacendo un po' di conti e passando dal modestissimo rimbalzo stimato per la nostra economia nelle ultime settimane prima del voto europeo (ricordate quando tutto sembrava appeso al voto europeo? altri tempi) a una più realistica stima di avvilente stagnazione, lo zero spaccato per l'anno in corso, insomma.

  

Ah c'è la risposta all'Europa, quasi ce ne scordavamo, ma è tutta un vedremo, faremo, taglieremo. Però va anche notato che questi intenti di riduzione della spesa sembrano concentrati proprio su assistenza e welfare, insomma, se fossero veri sarebbero abbastanza dolorosi e certamente non popolari.

  

E però arriva Di Maio e, con tono ancora una volta poco responsabile, dice che del testo della lettera di Tria non sa nulla e che non è condivisa con la sua parte politica. Dichiarazione palesemente non accettabile sul piano della politica europea, con un paese in cui gli impegni presi da un ministro vengono messi in discussione dal maggiore gruppo parlamentare della maggioranza, e non su temi secondari ma sulla questione fondamentale della tenuta del debito italiano. E torniamo così nuovamente alle condizioni peggiori di quelle greche con cui avevamo cominciato la chiacchierata a cena di stasera.

  

Che dicono i negozianti a rischio per la sentenza della Cassazione sulla cannabis light?

   

Il nuovo lavoro di David Cameron in una società di intelligenza artificiale.

 

Già capo economista della World Bank e consigliere del governo indiano, dice che i dazi di Trump faranno più male all'America che alla Cina.

   

Ma oggi è il giorno della nuova guerra commerciale trumpiana, quella al confinante Messico. Altro modo per farsi molto male, come già registrato dalle borse mondiali.