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Il gigante Merkel ai piedi del piccolo Erdogan

Una rassegna delle copertine dei principali magazine internazionali. Spectator, Economist, Courrier International, Nation, Point
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Angela Merkel è un gigante, ma non può fare a meno che inchinarsi, riluttante, davanti a un minuscolo Recep Tayyip Erdogan, assiso su un piccolo trono. Dall’accordo tra la Turchia e l’Unione europea sui migranti fino al caso Böhmermann, il presidente turco, ora solo al potere, ha messo l’Europa e la sua regina alle strette fino a trasformarsi, dice il britannico Spectator in una copertina durissima, nell’uomo più potente d’Europa.

 

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Qualcuno doveva pur dirlo. La Brexit sarà anche una tragedia, con miliardi di euro persi, posti di lavoro al macero e il progetto europeista irrimediabilmente incrinato, ma almeno ci togliamo gli inglesi da in mezzo ai piedi. Il magazine francese Point (e chi poteva pensarla una cosa così, se non i francesi?), questa settimana tra facezia e analisi.

 

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Ok, Trump ha vinto. Era nell’aria e anzi, ormai era scontato. Il palazzinaro di New York, dopo la vittoria nell’Indiana, ha costretto i suoi rivali Ted Cruz e John Kasich ad abbandonare la gara, diventando il candidato de facto del Partito repubblicano. E’ solo l’inizio, ci fa capire l’Economist in una copertina in cui Trump, in sella a un simbolico elefante, alza il cappello da circense per invitarci ad accomodarci ad assistere allo show. Ci aspettano altre mesate (forse altri anni?) di copertine monografiche.

 

 


Trump ha corso contro l’establishment. I populisti europei corrono contro l’establishment. I fautori della Brexit corrono contro l’establishment. Gli indignati à la Podemos corrono contro l’establishment. Ma cos’è l’establishment? Tutti ne parlano e nessuno lo sa descrivere. Ci prova il magazine della sinistra americana Nation, con una copertina bianca in cui appena si scorge qualche ombra.

 

 

 


Il Parlamento Europeo ha appena rinnovato l’autorizzazione all’uso del glifosato, uno degli erbicidi più usati in agricoltura ma sul quale da molte parti provengono voci inquietanti. Il glifosato è cancerogeno, si dice. La comunità scientifica non ha ancora trovato un consenso, ma il Courrier international, ripubblicando un’inchiesta sullo Zeit, sì. Noi abbiamo qualche dubbio.

 

 

 

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