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L'Italia è il paese con meno omicidi d'Europa dopo il Lussemburgo

Nuovi numeri Istat dimostrano ancora una volta che l'emergenza sicurezza gridata da Salvini è ampiamente esagerata

Ora che in testa ai trend topic di tutti i social network c'è il coronavirus, Matteo Salvini sembra trovare sempre meno spazio per la sua campagna a favore della sicurezza degli italiani, minacciati, a suo avviso, da migranti e assassini favoriti nel loro delinquere dai “tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell’ordine”.

 

Il Viminale già nello scorso agosto aveva rilevato una diminuzione dei reati del tutto in linea con gli anni precedenti, quindi pre-Decreti sicurezza, “smentendo il principale messaggio della propaganda salviniana, e cioè che la riduzione del numero di reati sarebbe dovuta alla diminuzione della presenza di immigrati nel Paese”, come scrivevamo a maggio 2019.

 

Oggi è l'Istat a pubblicare i dati relativi agli omicidi nel nostro paese, il più sicuro in Europa dopo il Lussemburgo. Scrive l'Istituto di statistica che “negli ultimi anni è diminuita la mortalità per omicidio volontario soprattutto per gli uomini, in particolare quella causata dalla criminalità organizzata di tipo mafioso”. I dati pubblicati dall'Istat prendono in considerazione il 2018. Il numero degli omicidi in Italia è in calo però dal 2011, quando si era registrato l'ultimo aumento (550 omicidi, 24 in più rispetto all'allora minimo storico in Italia dell'anno precedente, ossia 526).

 


Numero omicidi in Italia

  

In questo contesto generalmente positivo, va segnalato però l'aumento degli omicidi di donne. Se il numero di uomini uccisi infatti è diminuito di quasi il 10 per cento, quello delle donne è salito di dieci unità rispetto al 2017. Per quanto riguarda queste ultime va poi segnalato che in più dell’80 per cento dei casi la donna è stata ammazzata da “una persona conosciuta. In particolare, nel 54,9 per cento dei casi dal partner attuale o dal precedente, un dato in aumento dallo scorso anno”.

 

L'“emergenza sicurezza” gridata a gran voce sino all'inizio dell'altra emergenza, quella del coronavirus, sembra, numero dopo numero, sempre più esagerata.

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