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editoriali

Un editore rifiuta i tagli ai libri di Roald Dahl

Redazione

La storica casa editrice francese Gallimard annuncia che non seguirà la cancel culture anglosassone 

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Il grande editore francese Gallimard ha affermato di non avere intenzione di apportare modifiche ai libri per bambini del defunto romanziere britannico Roald Dahl. “Cambiare un testo oggi senza il consenso (dell'autore)? No”, ha detto Hedwige Pasquet, direttrice di Gallimard Jeunesse, in un'intervista al quotidiano Le Figaro. 

In Inghilterra i classici di Dahl sono stati appena modificati per rimuovere o alterare i riferimenti a sesso, razza e aspetto fisico. Pasquet ha detto che Dahl, morto nel 1990, non avrebbe accettato tali cambiamenti in quanto “ci fa perdere il sapore della sua scrittura” e che “il suo stile era ironico e spiritoso”. Il primo ministro britannico Rishi Sunak si è espresso contro i cambiamenti, affermando che “è importante che le opere letterarie e di narrativa siano preservate e non aerografate”. Oggi anche Camilla, la regina consorte, ha preso posizione contro la censura.

“Questo evento si svolge nell'era della cancel culture”, ha detto Pasquet. “In questo contesto, la polemica si gonfia”. E assume tutto il sapore che ha avuto e che, per una volta, ha messo d’accordo destra e sinistra, conservatori e liberal, sull’assurdità della potatura dei classici della letteratura. 

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Nel 1951 presso Gallimard apparve “Les deux étendards”, il grande romanzo di Lucien Rebatet, scrittore e saggista collaborazionista. Fu Jean Paulhan, il capo editoriale della Gallimard, che aveva fatto la Resistenza, a volerlo nel suo catalogo. È come se in Italia quell’anno Einaudi avesse pubblicato il romanzo di uno scrittore repubblichino. 

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Figuriamoci se oggi, nel 2023, Gallimard avrebbe accettato di manomettere i vecchi libri di Dahl per accontentare una piccola minoranza di fanatici. Così si comporta un vero editore.

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