PUBBLICITÁ

Più Ferragni per tutti

Marianna Rizzini

“Usare campioni del web per i musei non è icononoclastia”. Parla Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura di Firenze

PUBBLICITÁ

Roma. “Faccio fatica proprio a capirla, questa polemica”. La polemica è quella su Chiara Ferragni fotografata agli Uffizi, e chi non la capisce proprio è Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura a Firenze. Che non soltanto non comprende “questa demonizzazione, come se l’accostamento di immagine con la Ferragni mortificasse gli Uffizi”, ma rilancia: “Invito ufficialmente Chiara Ferragni a venire a visitare i musei minori, per esempio il museo Bardini, lo Stibbert. Dopo il lockdown facciamo fatica a tenere aperti piccoli musei bellissimi che in questo momento sono in sofferenza. Musei che ora andrebbero promossi e raccontati. Se un post di Ferragni può aiutare, perché no?”.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. “Faccio fatica proprio a capirla, questa polemica”. La polemica è quella su Chiara Ferragni fotografata agli Uffizi, e chi non la capisce proprio è Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura a Firenze. Che non soltanto non comprende “questa demonizzazione, come se l’accostamento di immagine con la Ferragni mortificasse gli Uffizi”, ma rilancia: “Invito ufficialmente Chiara Ferragni a venire a visitare i musei minori, per esempio il museo Bardini, lo Stibbert. Dopo il lockdown facciamo fatica a tenere aperti piccoli musei bellissimi che in questo momento sono in sofferenza. Musei che ora andrebbero promossi e raccontati. Se un post di Ferragni può aiutare, perché no?”.

PUBBLICITÁ

 


PUBBLICITÁ

Foto tratta dalla pagina Facebook di Tommaso Sacchi


 

Sacchi è già attivo da qualche settimana sul fronte dell'inclusione di nuovi pubblici via internet, attraverso un canale, un lessico e un codice che possano raggiungere e attrarre l'attenzione dei ragazzi. E' una sorta di “chiamata” a “nuovi comunicatori, persone con sensibilità culturale ma anche dimestichezza con il mezzo e i social network”, dice Sacchi. L'obiettivo è avere “una maggiore resa sulla rete e promuovere tesori artistici in un modo più immediato”.

 

Tra le sue recenti “chiamate” c'è quella a Stefano Guerrera, inventore di “Se i quadri potessero parlare”, mattatore di Instagram. Il suo è un progetto on line di “commistione tra sacro e profano”, opera d'arte e frasi apparentemente eccentriche rispetto al contesto, e Sacchi trova che funzioni. Altra chiamata, quella a Cristina Fogazzi, anche detta l'Estetista cinica, capace di dare consigli di bellezza a 656 mila follower, quest'estate in giro con l'attore e scrittore Paolo Stella in un “megatour” tra i borghi italiani, un viaggio dichiaratamente fatto per rilanciare il turismo in Italia. E l'Estetista cinica ha raccontato dunque anche una sua giornata tra i monumenti di Firenze, la città “bella da stordire”. E, dice Sacchi, poi c'è stata un'impennata nelle prenotazioni (d'altronde anche agli Uffizi, dopo la visita di Ferragni, si è registrato un +27 per cento di prenotazioni): “Coinvolgere un nuovo pubblico attraverso modalità non tradizionali a me pare soltanto positivo”, dice Sacchi, “senza nulla togliere all'arte, alla scienza, allo studio, alla fruizione ragionata. Di solito la comunicazione su mostre, musei, eventi artistici avviene in città attraverso grandi manifesti cartacei, ma c'è tutto un altro pubblico di diciotto-ventenni da raggiungere. Perché non farlo, dico io, anche con altri mezzi? Sono ragazzi che vedo benissimo davanti al dipinto della Giuditta che decapita Oloferne agli Uffizi o nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio. E allora che cosa c'è di male a informarli e attrarli attraverso un canale che loro conoscono e usano tutti i giorni? E pensare che io ho trovato interessante anche Mahmood che canta dal Museo Egizio”. C'è un lato ipocrita della faccenda, dice Sacchi: “Se si usa il mezzo internettiano per la promozione commerciale nessuno dice niente, se lo si usa per promuovere un museo allora diventa icononoclastia”.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ