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Profumo di Vaticano. Nasce la linea di essenze per musei e giardini d'oltretevere

Fabiana Giacomotti

Altro che polemiche su Chiara Ferragni. L'istituzione guidata da Barbara Jatta ha commissionato a Laura Tonatto tre diversi profumi ambientali: servono a fissare idee, concetti e memorie durante la visita

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Non potevano che essere i Musei Vaticani a mettere la parola fine alla pietosa polemica su chi e come abbia diritto di godere dell’arte e in quale modo, vestito come e perché, dunque è magnifico che a tre giorni dal post di Chiara Ferragni fotografata agli Uffizi accanto alla “Venere vivente” del Quattrocento, quella povera ragazza che rispondeva al nome di Simonetta Vespucci e che morì di tisi a 23 anni dopo essere stata debitamente sfruttata come pedina sessuale dalla sua avida e compromessissima famiglia, l’istituzione guidata da Barbara Jatta renda noto che, per la prima volta nella sua storia, museo e giardini avranno la loro linea di profumi d’ambiente. Detto per i puristi dell’arte che va goduta in silenzio e senza fastidiosi burini ciabattanti attorno, (questo perfino di fronte a dipinti propagandistici come per l’appunto La Venere del Botticelli o L’allegoria della Primavera, fatti per banchettarci davanti), i profumi d’ambiente sono quelle essenze contenute in vasetti di vetro o di ceramica e accessoriati di bastoncini di bambù o di legno dolce che il liquido imbibisce, al fine di favorire lo spargimento del profumo.

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Non potevano che essere i Musei Vaticani a mettere la parola fine alla pietosa polemica su chi e come abbia diritto di godere dell’arte e in quale modo, vestito come e perché, dunque è magnifico che a tre giorni dal post di Chiara Ferragni fotografata agli Uffizi accanto alla “Venere vivente” del Quattrocento, quella povera ragazza che rispondeva al nome di Simonetta Vespucci e che morì di tisi a 23 anni dopo essere stata debitamente sfruttata come pedina sessuale dalla sua avida e compromessissima famiglia, l’istituzione guidata da Barbara Jatta renda noto che, per la prima volta nella sua storia, museo e giardini avranno la loro linea di profumi d’ambiente. Detto per i puristi dell’arte che va goduta in silenzio e senza fastidiosi burini ciabattanti attorno, (questo perfino di fronte a dipinti propagandistici come per l’appunto La Venere del Botticelli o L’allegoria della Primavera, fatti per banchettarci davanti), i profumi d’ambiente sono quelle essenze contenute in vasetti di vetro o di ceramica e accessoriati di bastoncini di bambù o di legno dolce che il liquido imbibisce, al fine di favorire lo spargimento del profumo.

 

Sono, insomma, una cosa borghesissima. Barbara Jatta ne ha ordinati tre a Laura Tonatto, “naso” italico extraordinaire che qualche anno fa ha creato una linea di profumi per l’Ermitage e un’essenza personale della Regina Elisabetta II, la stessa sovrana che ha appena lanciato il gin a tiratura limitata prodotto dalle erbe dei suoi giardini di Buckingham Palace perché consapevole che i visitatori quello vogliono, gadget e odori ed essenze che - non ci vuole Marcel Proust per ricordarcelo - fissano idee, concetti e memorie più della vista e di molti altri sensi che riteniamo superiori al primordiale olfatto. La collezione “Mvsei Vaticani Essential”, con la U scritta in grafia latina, modello Bvlgari, è stata creata per ricordare “alcuni degli esempi olfattivamente più sorprendenti” che si incontrano in Vaticano: il Museo Etnologico con quelle meravigliose ceramiche islamiche e le vesti di piume e paglia intrecciata della Papuasia, naturalmente i Giardini Vaticani e la Galleria delle Carte Geografiche. Dice Tonatto, che oltre ad occuparsi di affari e botteghe è docente di aromacologia presso la facoltà di farmacia dell’Università di Ferrara e negli anni – lavorando su fonti originali e trascrizioni - ha ricreato la leggendaria Acqua Siriana del I secolo avanti Cristo, di aver pianto di gioia quando ha ricevuto la telefonata di convocazione dentro le mura leonine, e di aver trascorso ore e giorni ad identificare le note olfattive che meglio potessero favorire il ricordo: cuoio, legno e miele per l’Etnologico (“credo sia una fragranza che ricorda le radici comuni dell’umanità”), rosa e gelsomino per i giardini (“pensa che quando gli Uffizi mi chiesero una fragranza ispirata alle opere del Botticelli lavorai sui petali delle rose centifolie che piovono sul capo di Venere, il fiore che Caterina importò in Francia, trasferendone la coltivazione a Grasse, facendo la fortuna della cittadina”) e le fragranze dei fiori, dei boschi e dei prati per la Galleria, il luogo nel quale Papa Gregorio XIII amava passeggiare per “visitare l’Italia senza uscire dalla stanza”.

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