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La Brexit, la disperazione e lo sberleffo. L’Inversionismo secondo McEwan

Mariarosa Mancuso

Nel nuovo romanzo dello scrittore britannico è lo scarafaggio a svegliarsi uomo. Anzi, primo ministro

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Problema. Cosa deve inventarsi oggi uno scrittore per eguagliare la Modesta proposta formulata da Jonathan Swift nel 1729? (quando, l’irlandese tiene a ripeterlo anche se era cosa ovvia, “come sanno tutti la povertà viene dal nord”). Per evitare che i genitori (malmessi) e il paese (un po’ meno malmesso) si ritrovassero con tante bocche da sfamare, suggerisce di vendere i bambini ai ricchi inglesi, che potranno metterli in tavola bolliti, arrosto o in fricassea – segue ricettario. All’età di un anno sono perfetti per il consumo, la carne è tenerella.

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Problema. Cosa deve inventarsi oggi uno scrittore per eguagliare la Modesta proposta formulata da Jonathan Swift nel 1729? (quando, l’irlandese tiene a ripeterlo anche se era cosa ovvia, “come sanno tutti la povertà viene dal nord”). Per evitare che i genitori (malmessi) e il paese (un po’ meno malmesso) si ritrovassero con tante bocche da sfamare, suggerisce di vendere i bambini ai ricchi inglesi, che potranno metterli in tavola bolliti, arrosto o in fricassea – segue ricettario. All’età di un anno sono perfetti per il consumo, la carne è tenerella.

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Ian McEwan inventa l’Inversionismo (ben sapendo di non riuscire a eguagliare il maestro). Funziona così: chi lavora paga il datore di lavoro, e viene a sua volta pagato quando fa la spesa. Riempie il carrello e riempie il portafoglio. Se consuma molto, e si ritrova più soldi in tasca, è obbligato a trovarsi un lavoro più costoso. I conti in banca hanno interessi negativi. Chi tiene più di 25 sterline in tasca verrà perseguito penalmente. Delirio? Sicuro, ma non più della Brexit. Quando la disperazione incontra lo sberleffo, nasce “Lo scarafaggio”: il pamphlet esce da Einaudi, come tutti i libri dello scrittore che in “Sabato”, era il 2005, dedicò righe lunsinghiere al sindaco di Roma Walter Veltroni.

 

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Non è per questo che avevamo smesso di leggerlo, noi fedelissimi fin dal “Giardino di cemento”. Abbiamo smesso quando i bambini nei suoi libri sparivano nel nulla, invece di inventarsi una famiglia quando i genitori muoiono e non vogliono finire in orfanotrofio. Abbiamo rifatto pace da poco, con “Nel guscio”: un piccolo Amleto che sta ancora nella pancia della mamma. Osserva quel che succede fuori, tradimenti compresi, e li racconta da gran chiacchierone.

 

Con l’Inversionismo deve vedersela uno scarafaggio – tale James Sams detto Jim – che svegliandosi dopo una notte di sogni inquieti scopre di essersi trasformato in un primo ministro. E quel primo ministro somiglia tanto a Boris Johnson (più precisamente: quel tanto che si può fare senza incorrere in querele, ma un romanziere sa come essere perfido senza conseguenze). Qui siamo a Franz Kafka, una falsa partenza visto e considerato quel che seguirà poi. Utile per un po’ di colore, quando lo scarafaggio “perspicace ma niente affatto profondo” scopre di avere un campo visivo ridotto e la carne fuori dallo scheletro. Per non parlare degli arti, ridotti di numero e grassocci (basta suggerire, mica c’è bisogno di descrivere e sottolineare – sottoposti alla cura McEwan vincitore e finalisti al Premio Strega conterebbero tutti un bel po’ di pagine in meno).

 

Lo scarafaggio era arrivato a Downing Street sdegnando un bel mucchio di sterco fumante (si era rovinato l’appetito con un trancio di pizza trovata tra i rifiuti). Sa parlare – e infatti racconta in prima persona – e quando guarda i ministri intuisce di non essere l’unico ad avere una vita precedente con molte zampette. Gli avversari, gente convinta che al lavoro si guadagni, al supermercato si spenda, e risparmiare non sia un reato sono detti Cronologisti. Perdono miseramente, davanti all’idea “più idiota del mondo”.

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“Valori semplici e emozionanti come sangue e suolo”: lo scarafaggio impara la lezione in un nonnulla. Ma poi ha un’agenda sua, non si vive sulla terra da svariati milioni di anni senza averne una. Neanche Twitter spaventa. Viene subito riconosciuto come “una versione primitiva dell’inconscio ferormonale”. Manca la disavventura di Boris Johnson con il coronavirus, che forse avrebbe frenato la satira. I secoli trascorsi da Swift ci hanno reso prudenti.

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