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Forza bellezza

Redazione

Raffaello sì, Biennale no, musei nì. La ripartenza in salita della cultura

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La mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale riaprirà il 2 giugno, Festa della Repubblica. È un successo “diplomatico”, non era scontato ottenere il prolungamento di tre mesi per prestiti così importanti provenienti da grandi musei mondiali. Ed è una data simbolica. Sul grande evento del cinquecentenario di Raffaello l’Italia e il Mibact in particolare avevano scommesso molto per l’immagine culturale e attrattiva del paese e anche per il rilancio di Roma: la Capitale non vedeva da tempo un evento così importante, mentre i danni di reputazione dell’ultima sindacatura hanno fatto il giro del mondo.

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La mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale riaprirà il 2 giugno, Festa della Repubblica. È un successo “diplomatico”, non era scontato ottenere il prolungamento di tre mesi per prestiti così importanti provenienti da grandi musei mondiali. Ed è una data simbolica. Sul grande evento del cinquecentenario di Raffaello l’Italia e il Mibact in particolare avevano scommesso molto per l’immagine culturale e attrattiva del paese e anche per il rilancio di Roma: la Capitale non vedeva da tempo un evento così importante, mentre i danni di reputazione dell’ultima sindacatura hanno fatto il giro del mondo.

 

Ma la strada per riportare il turismo culturale a livelli pre Covid è lunga, e soprattutto nessuno sa bene quale sia. Secondo le indicazioni del governo, la data della riapertura dei musei – che devono seguire il dettagliato protocollo di sicurezza, dall’obbligo di mascherine per visitatori e personale ai percorsi a senso unico, agli ingressi contingentati e alle prenotazioni online – era fissata per il 18 maggio. Ma non tutti hanno riaperto. Se a Roma l’hanno fatto molte istituzioni – ma non il Colosseo, che con 7 milioni di visitatori all’anno era il sito pivot d’Italia e ora è uno dei più “problematici” da gestire – gli Uffizi hanno rinviato di almeno una settimana (riaprono giovedì i Giardini di Boboli) e a Milano Brera addirittura di due. I motivi sono tecnici (alcuni anche sindacali) e di preparazione a costruire percorsi di visita che “non saranno più gli stessi”. Ci vuole una progettualità che non è a portata di mano. Dario Franceschini ha ritagliato un “tesoretto” da cinque miliardi, di cui uno per la cultura, e al Consiglio dei ministri della Cultura dell’Ue ha sostenuto la proposta del Parlamento europeo di raddoppiare il bilancio del Programma Europa Creativa, proponendo anche la creazione di una una piattaforma online per la condivisione gratuita e a pagamento di prodotti culturali europei. Ma niente può sostituire, per un paese come l’Italia, la presenza di visitatori. L’annuncio che le Biennali Arte e Architettura slitteranno di un anno è un brutto colpo, probabilmente inevitabile, non solo per Venezia che perderà un poderoso effetto-volano ma per la ripresa di tutto il settore. Forza bellezza.

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