PUBBLICITÁ

Troppo eurocentrico, troppo bianco: Yale cancella il suo corso in Storia dell'arte

Giulio Meotti

Il politicamente corretto censura il dipartimento dell'università: gli artisti andranno studiati tenendo in considerazione “questioni di genere, classe e razza”

PUBBLICITÁ

L'Università di Yale ha annunciato che manderà in pensione il suo famoso corso di “Introduzione alla Storia dell'arte, dal Rinascimento a oggi”. Insegnato per decenni da Vincent Scully, uno dei più celebri professori di Yale, il corso era una delle più riverite introduzioni all'umanesimo occidentale nell'accademia americana. È stato annullato per tutti i soliti motivi. E' troppo bianco, troppo europeo, troppo maschile, troppo “problematico”, come dice Tim Barringer, presidente del dipartimento di Storia dell'arte, che introdurrà una prospettiva “globale” nell'arte. E naturalmente, scrive Barringer, il nuovo corso prenderà in considerazione l'arte in relazione a “questioni di genere, classe e 'razza'”, la nuova paccottiglia politicamente corretta.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


L'Università di Yale ha annunciato che manderà in pensione il suo famoso corso di “Introduzione alla Storia dell'arte, dal Rinascimento a oggi”. Insegnato per decenni da Vincent Scully, uno dei più celebri professori di Yale, il corso era una delle più riverite introduzioni all'umanesimo occidentale nell'accademia americana. È stato annullato per tutti i soliti motivi. E' troppo bianco, troppo europeo, troppo maschile, troppo “problematico”, come dice Tim Barringer, presidente del dipartimento di Storia dell'arte, che introdurrà una prospettiva “globale” nell'arte. E naturalmente, scrive Barringer, il nuovo corso prenderà in considerazione l'arte in relazione a “questioni di genere, classe e 'razza'”, la nuova paccottiglia politicamente corretta.

PUBBLICITÁ

 

Il Daily News fa sapere che la rimozione di questa “Introduzione alla storia dell'arte” è “l'ultima risposta al disagio degli studenti per un 'canone' occidentale idealizzato, prodotto da un gruppo di artisti bianchi, eterosessuali, europei e maschi”. Qualche anno fa, piegandosi alle pressioni degli studenti, Yale aveva ribattezzato un college residenziale che porta il nome di John C. Calhoun, membro del Congresso, senatore, segretario alla Guerra e vicepresidente, uno degli oratori più brillanti della sua generazione, ma al tempo anche un sostenitore della schiavitù. Ma che dire di Elihu Yale, il filantropo che ha contribuito a fondare l'università ma anche profondamente coinvolto nella tratta degli schiavi in India?

 

PUBBLICITÁ

Sempre la scorsa settimana, Yale ha scelto Angela Davis come relatrice per il Martin Luther King Day. Due volte candidata a vicepresidente del Partito comunista americano, Davis è nota per essere sfuggita alla giustizia dopo essere stata accusata del rapimento e dell'omicidio del giudice Harry Haley nel 1970 (anche se aveva comprato la pistola usata nel crimine, fu poi assolta). Lo scorso ottobre è morto uno dei grandi professori di Yale, Harold Bloom, che si era opposto con tutte le sue forze a questa che aveva definito la “Scuola del risentimento”, “i cosiddetti multiculturalisti che ci dicono che dobbiamo valutare un’opera letteraria a partire dall’origine etnica o dal gender dell’autore”. Bloom aveva previsto quanto è appena successo al corso di Storia dell'arte nella sua università: “Quando la Scuola del risentimento diventerà dominante tra gli storici dell’arte e della critica come lo è tra gli accademici letterari, Matisse rimarrà senza pubblico mentre noi tutti ci accalcheremo per vedere i dipinti delle Guerrilla Girls e Stravinsky correrà il rischio di essere sostituito dalla musica politicamente corretta”.  

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ