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E’ morto David Graeber, fondatore di Occupy Wall Street

Greta Privitera

“Sono un antropologo, ogni tanto occupo cose”. E’ stato anche scrittore prolifico, ha pubblicato undici libri su temi come il debito, l’alienazione, il mondo del lavoro

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Se David Graeber potesse leggere i necrologi che i giornali del mondo gli stanno dedicando, alzerebbe il sopracciglio. “Morto a 59 anni l’antropologo anarchico padre di Occupy Wall Street”, strillano i titoli. Ma proprio lui, su Twitter, era stato chiaro su come voleva essere definito: “Sono un antropologo, ogni tanto occupo cose. Vedo l’anarchismo come qualcosa che fai, non un’identità, quindi non chiamatemi l’antropologo anarchico”. E quindi, ripartiamo. Mercoledì 2 settembre, è morto a Venezia David Graeber, l’antropologo che praticava l’anarchismo, esponente di punta di Occupy Wall Street. A darne notizia è stata Nika Dubrovsky, la moglie artista e scrittrice che ha twittato: “Ieri, in un ospedale a Venezia, è morta la persona migliore del mondo, mio marito e amico David Graeber”. Le cause della morte non sono ancora note.

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Se David Graeber potesse leggere i necrologi che i giornali del mondo gli stanno dedicando, alzerebbe il sopracciglio. “Morto a 59 anni l’antropologo anarchico padre di Occupy Wall Street”, strillano i titoli. Ma proprio lui, su Twitter, era stato chiaro su come voleva essere definito: “Sono un antropologo, ogni tanto occupo cose. Vedo l’anarchismo come qualcosa che fai, non un’identità, quindi non chiamatemi l’antropologo anarchico”. E quindi, ripartiamo. Mercoledì 2 settembre, è morto a Venezia David Graeber, l’antropologo che praticava l’anarchismo, esponente di punta di Occupy Wall Street. A darne notizia è stata Nika Dubrovsky, la moglie artista e scrittrice che ha twittato: “Ieri, in un ospedale a Venezia, è morta la persona migliore del mondo, mio marito e amico David Graeber”. Le cause della morte non sono ancora note.

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Graeber è nato nel quartiere di Chelsea, a Manhattan, da una famiglia della working class che lui definiva “una working class aristocratica”. In un’intervista a The White Review, un giornale inglese, ha raccontato che i suoi genitori erano amanti dei libri e che a casa ce n’erano moltissimi, ciò che mancava erano i soldi. Suo padre ha combattuto nella guerra civile spagnola, mentre sua madre lavorava nel tessile, e per qualche anno è stata la protagonista di “Pins and Needles”, un musical. Graeber si è laureato in antropologia alla State University di New York, dopo aver vissuto in Madagascar, è diventato professore alla Yale University che però nel 2004 non gli ha rinnovato il contratto generando moltissime polemiche perché si temeva che la decisione potesse essere legata al suo attivismo politico. Graeber si è trasferito a Londra, dopo qualche anno alla Goldsmiths University of London, è diventato professore alla London School of Economics. E’ stato anche scrittore prolifico, ha pubblicato undici libri su temi come il debito, l’alienazione, il mondo del lavoro. Il suo ultimo “Bullshit Jobs” parla dei cosiddetti “lavori senza senso, professioni che rendono ricco e infelice chi le svolge e costituiscono il fondamento del nuovo capitalismo globale”, spiegava lui. Ma soprattutto, Graeber è stato tra i fondatori di Occupy Wall Street, il movimento nato il 17 settembre 2011 a New York che protestava contro le diseguaglianze economiche e sociali della società capitalistica. Proprio a lui è stato attribuito il merito di aver inventato il popolarissimo slogan “Siamo il 99 per cento”, che denunciava la concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di pochi a scapito di molti. Graeber ha smentito, raccontando un aneddoto divertente: “Avevo suggerito di chiamarci solo 99 per cento. Ma poi due indignados spagnoli e un anarchico greco hanno aggiunto ‘noi’, un veterano del ‘Food not bombs’ ha inserito ‘siamo’”.

 

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Quasi dieci anni dopo, tutti riconoscono a Occupy e quindi anche alle idee di Graeber, il merito di essere stato il backstage della nascita di una sinistra più estremista, diventata molto popolare. Dall’altra parte anche il seme della forte divisione interna dei democratici americani (e non solo) scissi tra moderati e radicali. Il primo a cavalcare quel “99 per cento” è stato Bernie Sanders che nelle sue campagne elettorali ha portato avanti i pilastri del movimento, come il college gratuito, il salario minimo e lotta al cambiamento climatico. Sulla stessa linea d’onda la senatrice Elizabeth Warren e Alexandria Ocasio-Cortez. Solo oggi si vedono e si misurano i risultati di quelle tende a Zuccotti Park, davanti a Wall Street, dove Graeber portava la sua conoscenza e il suo entusiasmo. Nelini Stamp, una ex occupante, che poi ha partecipato alla campagna elettorale di Cynthia Nixon, a New York, ha dichiarato: “Se non fosse stato per Occupy, Black Lives Matter non sarebbe a questo punto della conversazione sulla razza e sul capitale”.

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