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la decisione

Il Tar salva ancora una volta l'orsa JJ4: sospesa l'ordinanza di abbattimento

Gianluca De Rosa

Il tribunale amministrativo si è espresso sul ricorso presentato da Lav Italia, che ha chiesto l’annullamento “previa sospensione dell’efficacia” dell’atto con cui il presidente della Provincia di Trento chiedeva che l'animale fosse ucciso. Il giudizio di merito arriverà l'11 maggio

Il Tar di Trento ha sospeso l'ordinanza di abbattimento dell'orsa JJ4, l’animale che lo scorso 5 aprile ha aggredito e ucciso il 35enne Andrea Papi. Il tribunale amministrativo si è espresso su un ricorso presentato dalla Lega Anti Vivisezione (Lav Italia) che ha chiesto l’annullamento “previa sospensione dell’efficacia” dell’ordinanza dello scorso 8 aprile con la quale il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti dopo l’uccisione di Papi aveva disposto l’abbattimento dell’animale, accogliendone la temporanea sospensione.  La decisione di merito sarà presa dal tribunale il prossimo 11 maggio.

Si legge nel decreto del Tar: “Ritenuto che le primarie necessità di sicurezza e di tutela dell’incolumità pubblica perseguite con l’ordinanza qui impugnata possano essere opportunamente e contingentemente contemperate con la necessità che il Collegio statuisca sul proposto incidente cautelare senza che medio tempore sopravvenganoconseguenze irreparabili, e che pertanto sino all’esito della relativa udienza camerale l’ordinanza medesima possa essere sospesa”. Nel caso di cattura dell’animale - dice ancora il Tar - l’orsa “dovrà essere reclusa in attesa dell’acquisizione di un formale parere reso dall’Ispra circa la necessità della sua soppressione ovvero circa la possibilità di un suo eventuale trasferimento in altro sito esterno alla Regione Autonoma Trentino - Alto Adige/ Südtirol”.

In pratica, si rimanda a una sentenza del Consiglio di Stato che il 12 aprile del 2020 aveva liberato JJ4, catturata e monitorata presso un centro faunistico dopo alcune precedenti aggressioni, proprio per l’assenza di un parere positivo dell’Ispra alla "detenzione". Adesso, dice il tribunale, un parere analogo di Ispra “dovrà essere comunque reso entro cinque giorni dalla cattura dell’animale medesimo”.

E' da anni che la Provincia di Trento combatte a colpi di ordinanze con i tribunali amministrativi nel tentativo di liberarsi degli esemplari di orso più pericolosi. Su JJ4 tutto è cominciato il 22 giugno del 2020. Quel giorno l'orsa ha per la prima volta aggredito e ferito due persone. Due giorni, il 24 giungno, il presidente Fugatti decise di firmare un’ordinanza per disporre l’abbattimento dell’orsa. Passa poco, è il 3 luglio del 2020: il ministero dell'Ambiente, all'epoca guidato dal grillino Enrico Costa diffida la Provincia dal procedere all’abbattimento e subito dopo presenta un ricorso per l’annullamento dell’ordinanza, accodandosi ai ricorsi analoghi presentati dalle associazioni animaliste (Enpa, Oipa, Lega antivivisezione, Lac, Lipu, WWF).

Neanche una settimana, siamo al 10 luglio, e il Tar sospende questa prima ordinanza di Fugatti. Il presidente allora corre ai ripari a inizio agosto, l'11 per la precisione, firma una nuova ordinanza per la cattura dell’animale da portare poi in – si dice così – “captivazione permanente” presso il centro faunistico del Casteller. Si legge in quell’ordinanza: “E’ l’unica soluzione che, in alternativa all’abbattimento, consente la necessaria rimozione dell’esemplare”.  Nonostante pochi giorni dopo, il 29 agosto, l’orsa simuli un nuovo attacco contro alcuni uomini del corpo forestale anche contro la nuova ordinanza il ministro grillino e gli ambientalisti presentano ricorso perché l’orsa sarebbe rinchiusa insieme ad altri due esemplari (M49 e M57) “in spazi per nulla ampli e privi di stimoli ambientali”. L’8 ottobre del 2020 però il Tar respinge i ricorsi che chiedono di sospendere l’ordinanza dando ragione alla Provincia. “La situazione di pericolo attuale e concreta non è altrimenti fronteggiabile”, si legge nella sentenza. Solo un’apparente vittoria perché pochi giorni dopo, il 12 ottobre, il Consiglio di Stato ribalta il verdetto proprio per l'assenza di un parere favorelo dell'Ispra. Insomma, ancora una volta oggi si torna qui. Sarà quindi l'Istituto superiore per la ricerca e la sicurezza ambientale, dopo la cattura, a dare un parere fondamentale per il destino dell'animale.

 

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