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editoriali

La pista della discordia

Redazione

E’ quella dell’aeroporto di Firenze: chi la vuole lunga, chi corta, chi obliqua

Esclusi dai fondi europei perché “inquinanti”, e non beneficiari del Pnrr, gli aeroporti ripiombano nella routine di beghe politiche locali, burocrazia e giustizia amministrativa. Esemplare è il caso di Firenze e Pisa, da un decennio in guerra benché siano controllati dalla stessa società, la Toscana Aeroporti, con maggioranza della argentina Corporacion America, quote minoritarie della Cassa di risparmio di Firenze e della regione. Il maggiore, 330 mila passeggeri nel 2019 e 1.100 tonnellate merci, è il “Galileo Galilei” di Pisa; in èra pre Covid, Firenze aveva 190 mila passeggeri e zero merci. Firenze però ha 11 milioni di turisti contro l’1,9 di Pisa. Dunque, pur nel tradizionale affollamento degli aeroporti italiani, aveva un senso la fusione aeroportuale propiziata da Matteo Renzi quando era al governo (il presidente di Toscana Aeroporti è Marco Carrai) per rinnovare e razionalizzare i due scali, attrezzare Firenze per le merci, visto anche che la regione nella logistica è all’anno zero, con la A1 sempre intasata e inquinata, ancora peggio la Firenze-Pisa-Livorno.

Da allora, l’Enac approva la nuova pista fiorentina da 2.400 metri (2014), viene ratificata la Valutazione d’impatto ambientale (2015), nasce la nuova azienda (2015), il Tar annulla il decreto di Via (2019), il Consiglio di stato dà ragione ai comitati anti allungamento del Pd di Sesto Fiorentino, stesso partito allora di Renzi e della regione, mentre a Pisa il Pd molla il comune alla Lega (2018) che cavalca la svendita agli stranieri. Renzi ha cambiato partito, la faccenda è interna alla sinistra, da Dario Nardella (sindaco di Firenze) al Pd di Sesto al presidente della regione Eugenio Giani. Il quale per uscirne ha prima proposto di accorciare di 200 metri la pista fiorentina, poi (in una cena del “patto della bistecca”) di farla obliqua. Intanto c’è stato il boom di Amazon; FedEx, prima azienda cargo del mondo, ha appena deciso di traslocare a Bologna; la stagione turistica ripartirà e i due aeroporti restano senza investimenti, il traffico su gomma si annuncia peggiore che nel 2021. As usual.

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