Alcuni dei ragazzi del Fridays for Future intenti a preparare gli striscioni per la manifestazione (foto: Gabriele De Rosa)

"A voi il G20, a noi il futuro"

Viaggio fra le tante anime della manifestazione contro il G20 di Roma

Gianluca De Rosa

"Serve una svolta, non un accordicchio", dicono i ragazzi che oggi sfileranno per chiedere una svolta sul clima. Con loro anche sindacati, No Tav e qualche nostalgico No global. "Ma non ci saranno scontri", assicurano

Ieri hanno srotolato i materassini e montato le tende per la notte. Questo pomeriggio saranno loro, i ragazzi di Fridays for Future, ma anche di Extinction Rebellion, i protagonisti della principale manifestazione contro il G20 di Roma in programma nella Capitale. Un corteo numeroso – sono attese almeno 5 mila persone – che sfilerà da piazzale Ostiense alla Bocca della Verità, passando per via Marmorata e Lungotevere Aventino. La manifestazione sarà in realtà un groviglio di tante istanze, ma la principale è la battaglia ambientalista dei ragazzi di Greta contro il presunto “bla bla bla” dei grandi della Terra. Eppure gran parte del lavoro di questo fine settimana del G20 alla Nuvola sarà dedicato proprio a questo, alla lotta ai cambiamenti climatici. Ma l’impegno di capi di stato e di governo, è noto, non convince i movimenti.

 

 

E se i leader del mondo si riuniscono al centro congressi progettato dall’archistar Massimiliano Fuksas, anche i manifestanti hanno il loro quartiere generale. Per certi versi non meno affascinante. Il centro sociale Acrobax, un ex cinodromo su viale Marconi, stretto tra la facoltà di Ingegneria di Roma Tre e la banchina del Tevere che per qualche anno ha ospitato Tiberis, la discussa spiaggia di Virginia Raggi, e che da anni è luogo di elezione per gli insediamenti abusivi che sorgono e spariscono ciclicamente. Dietro a un campo da basket pieno di ragazzi in canottiera, intenti a tirare a canestro a ritmo di trap, restano le grandi insegne “Corse di levrieri” e “Cinodromo” ed è qui che sorge il centro sociale. Ai piedi della pista dove un tempo gareggiavano i cani, da giovedì, in contrapposizione al G20, è in corso il Roma Climate Camp, una tre giorni di assemblee, seminari sulla giustizia climatica che culminerà con la manifestazione di oggi. Ieri circa 200 persone hanno piantato qui le loro tende. Un campeggio in piena regola. La maggior parte sotto la tettoia della curva dell’ex cinodromo. 

  

  

Le restanti al lato del prato, oggi campo da rugby, accanto a un improbabile pollaio. Sono tutti giovanissimi. “Da Roma a Glasgow le vostre soluzioni sono IL PROBLEMA, Climate Camp 2021”, recita lo striscione appeso accanto alle tende che cita gli appuntamenti bersaglio. Oltre al G20, c’è la Cop26 che si svolgerà nella capitale scozzese. Simone viene da Pavia insieme a due amici, ha 19 anni e fa parte di Fridays for Future: “Speriamo che domani ci sia tanta gente servono soluzioni radicali, non accrocchi da spacciare come svolte green”. Greta, omonima della leader, anche lei 19 anni, viene da Firenze monta la tenda insieme a un gruppetto di ragazzi appena uscita dal liceo che viene da Toscana e Piemonte. “Pensiamo che questa sia una tappa importante, volevamo andare anche a Glasgow per la Cop, ma sarà più complicato invece qui abbiamo un’ottima occasione per far sentire la nostra voce”. 

  

  

All’Acrobax c’è uno spirito allegro, non si organizzano disordini, non ci sono bastoni, né caschi, i ragazzi sorridenti sono poco più che liceali. Quattro di loro con i pennelli preparano lo striscione che aprirà la manifestazione, sfondo blu e scritta bianca con i contorni delle lettere variamente colorati. “Voi G20, noi il futuro”, si legge. Gli altri attenti ascoltano seminari che spaziano dai disastri ambientali al veganesimo, gli oratori hanno i capelli bianchi. Eh sì, perché i ragazzi di Greta saranno i protagonisti del corteo di oggi, ma non gli unici attori. Accanto a loro ci saranno i lavoratori di dieci vertenze sindacali – le principali sono Gkn, Alitalia e Whirpool, solo da Firenze è previsto l’arrivo di dieci pullman –, zapatisti, No Tav, movimenti per la sanità pubblica, parenti delle vittime del disastro ferroviario di Viareggio,  ma anche ex militanti dei movimenti del G8 di Genova, oggi 50enni, che a 20 anni dai disordini del summit che considerano l’inizio della fine del fenomeno No global ricorderanno la loro esperienza con uno striscione e sperano di trovare nei ragazzi che oggi si battono per l’ambiente nuova linfa per la lotta, quello che considerano il vero nemico: il liberismo.

 

Ovviamente non mancheranno i centri sociali, non solo quelli romani, ma anche la rete dei collettivi di altre città, in particolare da Napoli. Alla Garbatella dopo la manifestazione ci sarà anche una grande assemblea. Mancheranno solo i militanti del Pedro, attivissimo centro sociale di Padova, rimasti nella città veneta per contestare il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che dopo il G20 si recherà lì per ricevere la cittadinanza onoraria che il sindaco di Angullara Veneta, paese della provincia padovana, gli ha assegnato. Tra gli organizzatori non c’è preoccupazione per la presenza dei No green pass. “Quelli se li prende Rizzo”, ironizzano riferendosi all’altra manifestazione di giornata, quella indetta a piazza San Giovanni dal Partito comunista di Marco Rizzo. C’è più timore per la presenza di qualche facinoroso che potrebbe rovinare il corteo. “Siamo stati e saremo attentissimi, chi vuole creare problemi sarà allontanato, sarà una manifestazione pacifica”, garantiscono.