L'estate post Covid

Roma tra Europei e i funerali della Carrà è un gran carnevale post Covid

Michele Masneri

Tra tifosi e fan, tra canicola e aspettative per il boom in arrivo

Mentre sale l’eccitazione, per il calcio, per il recovery, per tanti soldi che arriveranno, questa estate caldissima che è già qui, pare un carnevale di Rio.

 

A Roma sono giorni molto sudamericani, tra i festeggiamenti esplosi per le semifinali di Italia-Spagna e le commemorazione per Raffaella Carrà, la salma portata in giro su e giù per Roma Nord con un corteo che tocca, secondo comunicato stampa, “tutti i luoghi cari”, dunque vari avamposti Rai, via Teulada, l’Auditorium del Foro italico. Abbiamo già una foto-simbolo, il carro funebre bicolore, enorme, scortato da motociclisti della polizia locale, che entra nel centro produzione Rai (è una foto di questa Roma molto felliniana dell’estate 2021, che fa il paio con quella di Draghi con Von der Leyen allo studio 5 di cinecittà mentre firmano il recovery). 

 

Oltre la commozione e il cordoglio per la grande artista c’è da dire che Roma sta affinando molto, negli ultimi tempi, un format funeralizio senza uguali. Si potrebbe dire che è l’unico tipo di spettacolo riuscito, qui. Raggi, astutissima, ha capito del resto il genius loci, dunque trasforma queste cerimonie in un sapiente palinsesto. Si era già notato nelle esequie di Gigi Proietti, anche lì corteo e celebrazioni diffuse, Globe Theatre e Chiesa degli Artisti. Fiesta mobile. E forse ci saranno dei piani segreti predisposti - tipo quelli di Buckingham Palace, coi vari nomi dei ponti, per tutti i Reali (London Bridge ecc.), e qui saranno piuttosto per gli attori (Ponte Milvio o Ponte Mammolo ecc). E comunque un carro funebre bicolore non si era mai visto. Se lo sarà disegnato la Carrà da sola, geniale anche in questo, tipo principe Filippo?

 

Anche lo speciale squadrone motociclistico che lo affiancava, il carro, si vede solo in occasione dei funerali, a Roma, con delle piccole motorette-scooter modernissime e guizzanti, mentre generalmente i poveri vigili viaggiano su vecchie Fiat scalcinate. Tutto il meglio è tenuto per la cerimonia funeralizia, par di capire. Però, di questo format comunque impressionante, ci sono aspetti migliorabili. La camera ardente (si è stati), era sì commovente ma un po’ spoglia, con tanti fiori gialli (il suo colore preferito) buttati a terra, un mazzo di carte, una bandierina arcobaleno (si apprende, apposta da Vladimir Luxuria) e le corone della Rai. E però un maxischermo che mandava immagini di repertorio Mediaset!  Intanto la notte precedente le folle gigantesche seminude con bandiere a urlare per strada, per la vittoria sulla Spagna, con una gioia evidentemente compressa ma anche qualcosa di sinistro.

 

Roma pare insomma in questi giorni un gran carnevale, o una di quelle feste che duravano giorni o settimane nella Roma barocca, con la regina Cristina di Svezia e i suoi riti alchemici. “ll Carnevale di Roma”, scriveva Goethe, “non è una festa che si offre al popolo, bensì una festa che il popolo offre a se stesso. Tutto ciò che accade è che, ad un dato segnale, tutti hanno il permesso di essere pazzi e folli come gli piace”. Roma è anche un po’ Messico, El dia de los muertos, una grande Halloween scaramantica, mentre tutti si aspetta il nuovo boom; tra la monnezza stratificata che non viene più raccolta (aspettando il boom, arriverà il colera?).  

 

Dunque  tutta una sensualità del migliore eros & thanatos. Da “Peste”, da “Pelle”, malapartiana. Tifosi giovani, che ti si buttano addosso. Saranno i corpi compressi dai mesi dalle Dad? E però, verrebbe da dire, queste baracconate fatele a casa vostra! Perché dobbiamo vedere maschioni seminudi che urlano bloccando le vie della città? (Però qui nessuno stigma. E nessuna regola di non-assembramento, si sa che le regole valgono solo per eventi non calcistici).

 

Il carnevale mortifero ha registrato anche lo sfondamento di un altro format, quello necrologico: apparso sul “Corriere della Sera”, l’annuncio firmato dal regista Luca Guadagnino e dal giornalista Carlo Antonelli, che è stato immediatamente rilanciato in tutti i gangli del Web, inaugura un nuovo filone, quello della new necrology. Evoca “la partenza verso universi paillettati (e dove il collo non si spezza per il colpo di frusta all'indietro)” che “hanno accolto la compagna umanista Raffaella Carrà con trionfi discotropicali”. Anche qui Sudamerica, anche qui dunque Roma: quel posto, diceva Gore Vidal, perfetto per aspettare la fine del mondo.

  • Michele Masneri
  • Michele Masneri (1974) è nato a Brescia e vive prevalentemente a Roma. Scrive di cultura, design e altro sul Foglio. I suoi ultimi libri sono “Steve Jobs non abita più qui”, una raccolta di reportage dalla Silicon Valley e dalla California nell’èra Trump (Adelphi, 2020) e il saggio-biografia “Stile Alberto”, attorno alla figura di Alberto Arbasino, per Quodlibet (2021).