Sarah Huckabee Sanders (foto LaPresse)

Chi è Sarah Huckabee Sanders, la voce del trumpismo

Paola Peduzzi

Sopravvissuta per ora all’ultimo rimpasto, prende il posto di Sean Spicer. E davanti alla sala stampa sbandiera l’amore trumpiano e l’illusione del “we can have it all”

La padrona del podio, di quel podio, quello nella sala stampa della Casa Bianca, è lei, Sarah Huckabee Sanders, sopravvissuta per ora all’ultimo rimpasto trumpiano. Sean Spicer se ne va e lei, che già aveva di fatto preso il posto del tormentato e ingrassato “Spicey”, smette i panni della sostituta temporanea e diventa la voce del trumpismo davanti ai giornalisti. Che qualcuno osi aspirare a un ruolo del genere sembra una follia, ma Sarah aveva nove anni quando ha iniziato con le rinunce: niente giochi, niente campi estivi, soltanto politica, chiudere le buste, mettere i cartelli nei giardini, distribuire fette di torta, sorridere, fingere soprattutto.

 

Il mentore è stato papà, Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas e più volte candidato alle primarie repubblicane per le presidenziali (quando vinse nel 2008 in Iowa, Sarah era al suo fianco), un tipo non facile da gestire, “incendiario” si diceva allora quando ancora Donald Trump non era all’orizzonte. Sarah ha ricoperto ogni ruolo possibile in una campagna elettorale, per suo padre e per altri politici repubblicani, e l’anno scorso è entrata nel team di Trump. Sorridente, pacata, la Sanders ha il dono di risultare sempre sotto controllo quando difende – con virtuosismi retorici già leggendari – il presidente di fronte ai giornalisti. Ogni tanto si lascia andare a qualche ramanzina sull’etica dei media, più spesso esibisce il suo lato familiare, prima madre (di tre figli) a ricoprire quel ruolo, ricordando il compleanno della figlia e dicendo ai reporter: credo che il regalo migliore che le possiate fare oggi è di trattare bene la mamma. La calma di cui Sarah va fierissima non funziona sempre come scudo, i briefing quotidiani con la stampa sono diventati uno show brutale – il fotomontaggio preferito è quello con secchi di pop corn in grembo ai giornalisti – e non sempre ci si salva, anzi poche volte, ma pare che Trump sia molto contento delle performance della Sanders.

  

Anthony Scaramucci, appena diventato direttore della comunicazione della Casa Bianca (e forse diventerà anche chief of staff, il suo arrivo sta mietendo vittime illustri), ha detto alla Cnn che Sarah “è fenomenale”, che ovviamente “come gli atleti per le Olimpiadi” si deve allenare e ci sono margini di miglioramento monumentali, ma intanto “se mi stai ascoltando Sarah” resta come sei, trucco e parrucco non cambiarli mai, ha detto Scaramucci. C’è chi ha gridato allo scandalo sessista, ma sul tema ci si è scatenati già molto, ché i commenti sulla Sanders da parte di molte giornaliste sono stati tutt’altro che solidali (c’è un filone che insiste sulle sue smorfie e su come rotea gli occhi), ma si sa che il femminismo è materia malleabile, lo si adatta facilmente ai bersagli politici. Quindi Sarah s’è presa il suo incarico, trucco e parrucco intatti, ma molta più sicurezza, perché lei, a differenza di altre presenze vaporose del team trumpiano, ci mette la faccia, non è come l’eterea Hope Hicks per dire, cui Politico ha dedicato un ritratto dal tempismo perfetto: Hope è bella, guadagna molto e non compare mai, così non avrà la lettera scarlatta del trumpismo tatuata addosso, potrà se necessario sminuire, ridimensionare, infiocchettare la sua esperienza, donna scaltrissima che sa bene che, alla sala stampa di questa Casa Bianca come in amore, vince chi fugge.

  

La Sanders è di quelle che invece l’amore lo sbandiera, ti amo e sono contenta di amarti, giorno per giorno, smentita su smentita, infiocchettando anche lei qualcosa: il clima alla Casa Bianca così come la sua capacità di conciliare quel lavoro con i tre figli. Sono tantissimi i suoi tweet da giovane madre che lavora, la felicità di andare da Walmart, i pezzi di carne che non vanno mai messi sul barbecue, le comande al ristorante e anche una serie infinita di emoticon, frutto dell’hackeraggio del suo account Twitter da parte del figlio Mike. Sarah coltiva l’illusione che si possa avere tutto, i suoi figli sono come lei, già sorridono agli incontri pubblici, ma non c’è voglia di perfezione e di bionditudine, la Sanders non rincorre Ivanka sul terreno dei figli modello che parlano cinese e sono compostissimi. Quando un giornalista le ha chiesto se alla Casa Bianca regna il caos Sarah è stata pronta: “Caos? Se vuoi vedere il caos viene alla mattina presto a casa mia, con i tre bambini in giro per casa. Quello è il caos, questo qui è niente”.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi