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contro mastro ciliegia

Un tram chiamato eco-ansia

Maurizio Crippa

Chiedere a Mariolino Corso o ai messicani col sombrero come resistere al caldo sole d'estate. La foto (in mostra) di un tram di Torino e un ansioso commento raggelante su un giornale. Il sudore percepito e altre ansie da gen Z

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La generazione degli estinti ribelli, e quella ansiosamente Z, non se lo possono ricordare, ma quando arrivava aprile Mariolino Corso, il sinistro di Dio, abbassati i calzettoni per non sudare sui polpacci si posizionava nella fascia del prato di San Siro all’ombra, e da lì non si schiodava più anche se gli toccava trotterellare incongruamente a destra. Anche i messicani delle vignette fanno la siesta all’ombra del sombrero, e di rado d’estate in città si vede un mattoide camminare sul marciapiede lato sole. C’est la vie, vissuta senza patemi. Ma la Biennale Tecnologia di Torino ha indetto un concorso fotografico (molti giovani) per documentare l’eco-ansia urbana da cambiamento climatico. Che certo che esiste, non è questo il punto. Lo spunto è la foto da cui parte un ansioso, per dir così, articolo della Stampa, tanto accalorato da risultare raggelante quanto alla logica. La foto mostra un tram d’estate, con tutti i passeggeri seduti come Corso nel lato in ombra. Maddai? “Il termometro segna 38° e un tram della linea 9 costeggia il Valentino… Sappiamo bene cosa sia viaggiare d’estate sui mezzi senza aria condizionata, ma vederlo immortalato in uno scatto mette a disagio, facendo quasi percepire il sudore e scatenando in noi l’eco-ansia”. Percepire stanca. Anzi fa sudare. 

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