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Che differenza fa uno stadio nuovo. Lezioni da Real-City

Maurizio Crippa

Lo spettacolo della Champions League non è solo calcio e soldi, ma impianti e idee. Al nuovo Bernabeu hanno chiuso il tetto per evitare gli (improbabili) droni dell'Isis. In Italia non fermeremmo manco uno striscione. Caressa e Bergomi orgasmizzati

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Il calcio saudita, come certe promesse del vivaio, è già bollito, pure CR7 per farsi notare ormai è costretto a minacciare cazzotti all’arbitro. L’unica vera minaccia alla supremazia per il calcio europeo sembrano essere le minacce dell’Isis, che vorrebbe compiere attentati in Champions League. La superiorità della Champions, anche in questa speciale classifica, si evince dal fatto che l’altra sera al nuovo Santiago Bernabeu i responsabili del Real Madrid hanno fatto chiudere il tetto (sì esatto) tanto per evitare che a qualche pazzo venisse in mente di sparare un drone. La superiorità, per noi, però finisce lì. L’altra sera Caressa e Bergomi erano letteralmente orgasmizzati, prima ancora che iniziasse “la partita più bella della storia”, alla sola vista del nuovo stadio: “Qui siamo avanti di un millennio”, “questa meraviglia basta da sola a spiegare perché il nostro calcio è così più indietro”, “uno stadio che in Italia non lo costruiranno mai”, “abbiamo strutture del millennio scorso”. Bene, questa è la superiorità del calcio europeo, quando giocano due colossi come Real e City, e la differenza era da strabuzzare gli occhi. La differenza è che, anche nel calcio, noi italiani non siamo europei.

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