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Contro Mastro Ciliegia

I p’ me, tu p’ Gratteri

Maurizio Crippa

Ai magistrati è chiesto di applicare le leggi, ma una deriva moralista li porta spesso a pontificare con disinvoltura non solo su cosa sia legale o no, ma anche su cosa sia edificante: tipo Geolier alla Federico II

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Non avendo idea di chi sia Geolier, non avendo ascoltato mai le sue barre e non avendo visto manco Sanremo, ho chiesto rapidi lumi a chi ne sa di più e sono giunto a una sintetica conclusione: non c’è nessun motivo sensato per cui lo debbano invitare all’Università di Napoli, la Federico II dove invece i direttori di giornale non li fanno parlare. In precedenza il sindaco Manfredi lo ha premiato a nome della città, e si può capire che il padre di Giogiò, il giovane musicista ucciso da un aspirante camorrista, non abbia apprezzato. Ma che Gratteri, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, anziché limitarsi a fare le inchieste, dall’alto del suo score tra arresti e condanne che sembra il differenziale tra il televoto per Geolier e la classifica del Festival, insomma che Gratteri si prenda la briga di criticare l’invito di un’università, dove “dovrebbero portare solo eccellenze, modelli di vita per la formazione dei ragazzi”, è davvero un po’ troppo. Ai magistrati è chiesto di applicare le leggi, ma una deriva moralista li porta spesso a pontificare con disinvoltura non solo su cosa sia legale o no, ma anche su cosa sia edificante. “Se molla l’università siamo alla fine”, ha detto Gratteri. E invece di certa magistratura che ha già mollato per uno stile da rapper, che diremo?

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