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Contro Mastro Ciliegia

C'è sempre qualcuno più gaslight à la page di te

Maurizio Crippa

L'uscita francese del film di Cortellesi "C'è ancora domani" ha raccolto pesanti, e stravaganti, stroncature da sinistra. A vincere l'Oscar del "qualsiasi cosa voglia dire" è Hélène Frappat che lo ha definito "gaslight-movie cattolico"

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Il grande immaginifico fuorisincrono Enrico Ghezzi, non sapendo spiegarsi che tipo di atteggiamento da conte moral animasse Eric Rohmer, disse che si trattava di "dongiovannismo cattolico", qualunque cosa volesse dire. Siccome non c’è non limite al peggio, ci informa Stefano Montefiori da Parigi che l’uscita francese del film di Cortellesi, "Il reste encore demain", ha suscitato un dibattito critico pimpante molto diverso dall’encefalogramma piatto cui siamo abituati qui. E le più esilaranti e indicative sono le stroncature da sinistra.
 

Ad esempio quella di Hélène Frappat su Les Inrockuptibles, un talento d’invenzione lessicale che Ghezzi le spiccerebbe casa. Anche Montefiori è costretto ad arrendersi al "qualsiasi cosa voglia dire" davanti all’accusa che il film sarebbe un "gaslight-movie cattolico". Dove gaslight, dal titolo di un vecchio film di Cukor, che di donne ne capiva, sta per manipolazione psicologica (contro le donne) o giù di lì. Ma, come sapeva Ghezzi, se ci aggiungi un "cattolico" qualcuno che ti prende sul serio lo raccatti. Perché vede, gentile Cortellesi, c’è sempre qualcuno "più gaslighting à la page più di te".

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